Archivio mensile Ottobre 25, 2022

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Trading con criptovalute, come iniziare? I passaggi da seguire

Non c’è dubbio che, negli ultimi anni, il trading online abbia ottenuto uno sviluppo fondamentale, determinato soprattutto dalla grande quantità di misure e di indici che possono essere presi in considerazione da parte di un utente e potenziale trainer. Ovviamente, per quanto esistano numerosi asset che possono essere oggetto di considerazione, tantissimi utenti hanno sviluppato una grande attrazione nei confronti delle criptovalute, uno strumento finanziario particolarmente amato per le sue caratteristiche e per le grandi potenzialità di queste monete virtuali, che hanno sicuramente rivoluzionato il mercato finanziario dal punto di vista economico, sociale e politico. Ovviamente, emergere nel mercato delle criptovalute non è semplice dal momento che bisogna prendere in considerazione una serie di aspetti che sono relativi soprattutto a come iniziare con questa tipologia di mercato. Per questo motivo, si vuole offrire una panoramica relativa a quali sono tutti i passi da seguire per iniziare a fare trading di criptovalute e per emergere all’interno di un mercato sicuramente non semplice come si può superficialmente credere.

Caratteristiche delle criptovalute da conoscere

il primo passo da seguire, qualora si voglia iniziare a fare trading con le criptovalute, è cercare di comprendere quali siano le caratteristiche di queste monete virtuali. Ovviamente, tutti hanno un’infarinatura basica di che cosa siano le criptovalute, soprattutto per quel che concerne il loro valore, oltre che a proposito delle criptovalute più famose come il Bitcoin. Tuttavia, si tratta di conoscenze scarse, dal momento che le criptovalute sono strumenti finanziari molto complessi, talvolta anche più di azioni o commodities, in virtù del fatto che risentono particolarmente di alcune realtà che avvengono dal punto di vista informativo, sociale o politico. La caratteristica fondamentale delle criptovalute da conoscere è la volatilità, dunque bisogna comportarsi sempre in modo da prevedere, o cercare di essere pronti, tutte le eventualità positive e negative del caso. Solo a seguito di una grande conoscenza del mercato delle criptovalute si potrà iniziare ad investire.

Scelta della piattaforma di trading per criptovalute

Dopo aver conosciuto nel dettaglio tutto ciò che c’è da sapere a proposito delle criptovalute e del mercato delle monete virtuali, si potrà procedere con una scelta tecnica, che riguarda la piattaforma online di riferimento, che servirà come base per effettuare le proprie transazioni. Esistono, sul web, numerosi siti che permettono non soltanto di accogliere i propri investimenti, ma anche di offrire strumenti finanziari utili affinché le proprie transazioni vadano a buon fine. Ad esempio, grazie ad Alfa Advisor di Trading Millimetrico sarà possibile ricevere tutta una vasta gamma di strumenti e misure finanziarie tali da generare un grande profitto con le criptovalute. 

In generale, la piattaforma di riferimento nell’ambito del trading di criptovalute va scelta sempre sulla base di tutte le caratteristiche che può offrire, non soltanto dal punto di vista prettamente economico, ma anche e soprattutto per quel che concerne strumenti informativi ed economici a cui fare riferimento quando si investe e quando si mette a segno una determinata transazione.

Creare un portafoglio virtuale

L’ultimo passaggio particolarmente importante e concreto, da rispettare assolutamente se si vuole iniziare a fare trading di criptovalute, riguarda l’apertura di un portafoglio virtuale, anche detto wallet, all’interno del quale dovranno essere incluse tutte le criptovalute che si acquistano. Bisogna pensare che il mercato delle criptovalute non si lega necessariamente ad un solo investimento o ad una moneta virtuale, ma risulta essere molto ampio nelle sue caratteristiche e nelle sue definizioni, soprattutto per quel che concerne l’enorme possibilità che ogni trader ha nello scegliere le criptovalute di riferimento. 

Per questo motivo, un portafoglio virtuale è importante per quel che concerne la capacità di contenere criptovalute, le dimensioni del portafoglio stesso, di possibili movimenti consentiti, il collegamento con circuiti bancari o postali e tante altre specifiche. Investire nelle criptovalute, dunque, dovrà avvenire solo ed esclusivamente a seguito di una serie di ricerche e di informazioni che sono fondamentali, nell’ambito del processo di crescita affinché si possa diventare investitori non per caso o per gioco, ma per una vera e propria condotta professionale.

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Divorzio: quando si può richiedere un risarcimento danni?

Fra le cause civili, molto spesso le situazioni più spiacevoli e pesanti sono generate dalle cause di divorzio. In qualche caso, le parti raggiungono accordi amichevoli, cosa che sarebbe sempre auspicabile fra persone che hanno condiviso una parte della propria vita; ma in molto casi è propria questa intimità, che nel tempo si è logorata fino a spezzarsi, che crea rancori, i quali non permettono di agire lucidamente. Infatti, spesso i rapporti fra ex coniugi sono così deteriorati che si assiste a uno scontro muro contro muro, in cui le rispettive rivendicazioni sono in netto contrasto.

In molti casi, una delle parti richiede all’altra anche un risarcimento danni: sebbene il suo stato emotivo lo metta nelle condizioni di essere assolutamente convinto di averne diritto, questo alla legge non basta; è necessario capire se e quando questa richiesta è giustificata. In questo articolo, daremo qualche piccola e parziale indicazione, fermo restando la necessità di rivolgersi a un avvocato Torino serio e specializzato nel campo.

Norme generali del risarcimento danni

Innanzitutto, cerchiamo di definire in linea generale quando si ha diritto a un risarcimento danni. Queste linee generali valgono in ogni caso e, quindi, anche nella cause di divorzio. Sembrerà di dire una banalità, ma occorre che un danno ci sia effettivamente stato. Nel caso di danni materiali o patrimoniali, la cosa è facilmente testimoniabile, dimostrabile e non ha bisogno di prove ulteriori; semmai, si potrà discutere sull’entità del danno. Nel caso invece dei danni morali, quelli frequentemente reclamati nelle cause di divorzio, la dimostrazione è più laboriosa e complicata.

In linea di massima, il danno morale può essere definito come la somma delle sofferenze psicologiche del richiedente, subite a causa del comportamento più o meno reiterato dell’accusato; a queste si aggiungono le eventuali ripercussioni sulla sua salute fisica, derivanti dai comportamenti che vengono contestati alla controparte. Ma non tutte le tipologie di danno o comportamento possono dare adito a una richiesta di risarcimento danno morale che possa avere successo: in questi casi, un legale serio ed esperto saprà consigliare il miglior modo di procedere.

In ogni caso, la parte richiedente si deve accollare il cosiddetto onere probatorio, cioè deve dimostrare l’esistenza del danno, delle conseguenze negative sulla propria salute psicologica (o eventualmente anche fisica) e delle limitazioni alle proprie libertà costituzionali derivate da tale danno. In secondo luogo, specificamente per le cause di divorzio, deve essersi verificato un comportamento scorretto o illegittimo da parte di uno dei due coniugi. In ultimo, occorre dimostrare la correlazione causale fra il comportamento e il danno, cioè il primo deve aver provocato il secondo.

Relazioni extra-coniugali e risarcimento danni

Si parla molto spesso di richieste di risarcimento danni in cause di divorzio, la cui motivazione principale sia l’infedeltà di uno dei due coniugi: ci troviamo, quindi, in presenza di vere o presunte relazioni extra-coniugali. Se la relazione al di fuori del matrimonio viene accertata, l’altro coniuge ha diritto a un risarcimento danni al di là dell’assegno di mantenimento e degli altri corrispettivi prescritti dalla legge? La risposta non è semplice né univoca.

Possiamo dire che, negli ultimi anni, la presenza di relazioni extra-coniugali è stata motivazione di concessione di risarcimento, ma non in maniera automatica. Certo, per il coniuge tradito, solo il fatto di veder spezzare quel legame di fiducia o il dolore di aver creduto a bugie reiterate, può essere considerato un danno morale di rilievo. In realtà, però, non basta che il coniuge sia stato infedele, ma questa sua condotta deve anche aver comportato gravi problemi e lesioni delle libertà fondamentali all’altro coniuge, il tutto da determinarsi in fase processuale.