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Come mantenersi in forma durante l’inverno

Le temperature scendono e per molti questa è l’occasione per farsi coccolare dal comfort food cercando poi di rimettersi in forma in primavera. In realtà con uno stile di vita sano ed equilibrato ci si può godere il periodo di festività natalizie continuando a fare sport ma gustandosi i piatti a tavola. Allenarsi all’aperto può sembrare controproducente ma in realtà risulta una delle migliori attività: oltre a far bene al corpo, fa bene anche all’umore aiutandoci a restare un po’ all’aperto, cosa che in inverno facciamo pochissimo. È sufficiente utilizzare abbigliamento termico e tecnico per poter correre o fare attività sportiva in un parco, anche durante le giornate più fredde. Che tu scelga di allenarti all’aperto o che tu preferisca la palestra però devi sapere che c’è un alleato che può fare la differenza: il fitness tracker, un orologio da polso in grado di aiutarti con grafici e statistiche a monitorare i tuoi allenamenti e i tuoi progressi. Come ci si mantiene in forma durante l’inverno? Ecco qualche consiglio utile.

Mantenersi in forma durante l’inverno: qualche consiglio

Per prima cosa vogliamo sottolineare quanto sia importante avere uno stile di vita equilibrato; fare attività sportiva e mangiare bene sono due pilastri fondamentali per poter mantenere una buona forma corporea. Non si tratta solo di estetica ma anche di salute; un corpo alimentato correttamente e allenato può dare meno problemi, soprattutto sul lungo periodo. Poi veniamo a qualche consiglio pratico:

  • Seguire una dieta bilanciata – in estate le occasioni mondane ci portano a sgarrare più spesso, in inverno sono invece le festività il campanello d’allarme. In realtà mantenendo uno stile di vita sano si possono godere le festività in tutta tranquillità. Attenzione a non fare diete drastiche, l’eliminazione di carboidrati o grassi necessari per una dieta sana è assolutamente sconsigliato.
  • Vitamine – le vitamine possono aiutare, soprattutto nel periodo invernale, a mantenere alte le energie e i livelli di autodifesa del corpo. Un sistema immunitario pronto può fare la differenza e aiutarti a mantenerti in forma.
  • Fare sport all’aria aperta – capiamo l’esigenza di allenarsi in palestra in inverno, infatti garantisce un ambiente con una temperatura idonea ed evita sbalzi termici che possono portare a malanni di stagione, di contro però toglie la bellezza dello sport all’aperto oltre al buon umore che possono dare sole e aria fresca.
  • Fare la sauna – un altro consiglio che possiamo darti è quello di fare la sauna. Si tratta di una tecnica ottima per aiutare il corpo a purificarsi grazie all’azione detox.
  • Bere molto – l’idratazione è fondamentale e sappiamo che in inverno crollando le temperature diventa molto più difficile bere con continuità e abbondantemente. Un suggerimento può essere quello di utilizzare dei te o delle tisane per poter raggiungere comunque una buona quantità di liquidi durante il giorno.
  • Dormire – sembrerà un consiglio banale ma in realtà per poter mantenersi in forma il riposo è fondamentale. Almeno 6 ore a notte, preferibilmente 8, ma soprattutto cercare di mantenere un ritmo sonno veglia regolare con orari stabili.

Allenarsi all’aperto in inverno: cosa ti serve davvero

Se vuoi allenarti in inverno per mantenersi in forma devi avere attrezzatura adeguata; fare sport all’aperto significa indossare abbigliamento tecnico e funzionale in grado di mantenere stabile la temperatura corporea senza impacciare i movimenti. Un alleato assolutamente necessario è però il fitness tracker, non un semplice contapassi o contacalorie ma un vero e proprio strumento per poter monitorare progressi e benefici di ogni seduta sportiva. Se cerchi dove acquistare un fitness tracker efficiente, di ultima generazione, compatibile con molti smartphone e a prezzi competitivi visita webpointzero.com che in una tabella comparativa ha mostrato i migliori activity tracker confrontandoli per prezzo, funzionalità, materiali e batteria. Modelli con GPS, Bluetooth, impermeabilità e una buona autonomia di batteria si alternano sul mercato, andando ad inserirsi poi in diverse fasce di prezzo.

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Pulizie uffici Roma, servizi di igiene e pulizia altamente qualificati

Il disordine che purtroppo regna in qualsiasi ufficio, può sembrare caotico e stressante e potrebbe portare ad una riduzione di produttività ed efficacia.

Secondo recenti studi, infatti, produttività ed efficacia si riducono ogni volta che si lavora in un ambiente disordinato.

Per migliorare il proprio umore e le propri prestazioni, bisogna ricorrere ad imprese specializzate nelle pulizie uffici Roma, in grado non solo di sanificare a fondo l’ambiente lavorativo ma anche di ricreare un ambiente armonico ed equilibrato.

Tra le varie presenti anche online, è possibile rivolgersi a WNP, impresa di pulizie a Roma, in grado di assicurare al proprio ufficio, una pulizia impeccabile, potendo contare anche su personale altamente specializzato e competente.

Inoltre, l’azienda fornisce sempre validi consigli in merito all’organizzazione della propria postazione, per evitare che documenti importanti vadano persi.

Vediamo insieme quali sono.

Pulizie uffici Roma: valutare ciò di cui si ha bisogno ed eliminare il superfluo 

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Per uno spazio di lavoro veramente pulito, è meglio iniziare da zero; meglio rimuovere tutto dalla scrivania, dai cassetti e dagli scaffali e creare delle pile ordinate sul pavimento o in un’altra stanza.

Ora che la scrivania è vuota, bisogna prendersi del tempo e analizzare bene tutto quello che si ha a disposizione per determinare ciò di cui si ha veramente bisogno; potreste sorprendervi nello scoprire quante penne, cartelle, note adesive e altre forniture extra avete avuto per tutto questo tempo inutilmente.

Mentre esaminate gli oggetti da ufficio, create tre pile:

  • conserva,
  • archivia,
  • elimina.

Gli elementi nella pila “da tenere” dovrebbero includere le cose di cui si ha davvero bisogno per il lavoro giornaliero e settimanale.

La pila “da archiviare” dovrebbe includere documenti e informazioni importanti che devono essere conservati ma non hanno bisogno di essere a vista diretta ogni giorno; è possibile anche dividere questo gruppo in due sottogruppi: uno per l’archiviazione annuale e un altro per l’archiviazione a lungo termine.

Infine, la pila “da eliminare” dovrebbe includere oggetti che si possono buttare via o donare; una volta fatto ciò, la scrivania sarà più libera ed effettuare le pulizie uffici Roma, sarà molto più agevole.

Riorganizzare lo spazio utilizzando divisori e scaffali

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Se lo spazio del proprio ufficio viene regolarmente ingombrato subito dopo la pulizia, meglio analizzare il proprio layout; gli oggetti che si usano ogni giorno, dovrebbero essere tenuti vicino per un facile accesso, mentre quelli che non vengono utilizzati spesso, possono essere riposti in cassetti o scaffali per mantenere lo spazio della scrivania privo di ingombri e facilitare così anche la pulizia.

Se si ha l’abitudine di gettare oggetti nei cassetti e lasciarli rimanere sparsi e disordinati, i divisori possono essere un valido aiuto: gli scaffali possono essere organizzati con raccoglitori, manuali, materiali di riferimento e altri documenti, mentre i divisori per cassetti, mantengono i piccoli oggetti da ufficio separati, organizzati e facili da individuare.

Una volta che si è stabilito quali oggetti tenere e quanto dovrebbero essere vicini, bisogna collocarli nei loro spazi organizzati; è fondamentale mantenere lo spazio sulla scrivania il più pulito e chiaro possibile per aiutare anche la ditta che si occuperà delle pulizie uffici Roma.

Infatti, quando l’ufficio è ordinato, bisognerebbe mantenerlo sempre in questo modo: dopo aver usato la scrivania ogni giorno, bisogna rimettere gli oggetti nei punti designati, il che significa collocare le penne nei supporti, archiviare i documenti e riporre i raccoglitori negli scaffali delle librerie.

Ecco perché è fondamentale prendere accordi con una ditta specializzata che si occupi di pulizie uffici Roma, per far mantenere pulito e igienizzato il proprio spazio di lavoro o postazione smart working.

Purtroppo, però, lavorare in un ambiente d’ufficio composto da più persone e mantenere pulita la propria scrivania potrebbe non essere sufficiente; dovrete riuscire a convincere tutta la squadra ad operare in maniera efficiente e ordinata.

In tempi difficili come questo che stiamo vivendo dove la pandemia da COVID 19 ha cambiato i nostri usi e modi di operare, affidarsi ad una ditta esperta per le pulizie degli uffici Roma è di fondamentale importanza.

 

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Marijuana Legale, gli effetti della Cannabis CBD

Effetti della marijuana legale

In natura, le specie vegetali svolgono un ruolo molto importante. Le sue varie proprietà consentono di trovare una pianta per ogni caso, come le varietà psicotrope. In questo caso parliamo della Marijuana Legale

Le piante o i composti psicotropi presenti in questi, sebbene siano noti per i loro usi “ricreativi”, hanno anche componenti medicinali che forniscono un valore aggiunto in varie condizioni.

In questa occasione, scopriremo qualcosa sulla storia della marijuana legale cannabis CBD, le generalità e gli effetti del consumo di CBD in malattie come la sclerosi multipla, tra le altre.

Storia della marijuana legale cannabis CBD

La pianta di Cannabis risale ad almeno 5.000 anni ed è una varietà originaria dell’Asia, tuttavia, si è diffusa in tutto il mondo durante i viaggi dei viaggiatori verso altre terre.

Già nell’antichità si distinguevano già due grandi sottotipi di Cannabis, ovvero marijuana e canapa con le rispettive specie. Questi erano usati per trattare i sintomi di depressione, stanchezza e questo tipo di comportamento in generale, ma in aggiunta, i loro effetti sedativi venivano usati in caso di insonnia, ansia o dolore .

La marijuana medica è ancora oggi utilizzata per alleviare il dolore, ma questi benefici sono costantemente oggetto di dibattito, soprattutto nei paesi in cui il suo uso è proibito o limitato alla popolazione.

In Cina, la canapa veniva utilizzata con grande facilità e versatilità per creare di tutto, dai vestiti al cibo. La pianta , invece, veniva utilizzata nell’ambito di cerimonie religiose .

Com’è una pianta di marijuana legale CBD ?

La forma della pianta di marijuana è stata culturalmente rappresentata e resa popolare grazie ai suoi numerosi sostenitori. Tanto che visivamente siamo in grado di riconoscere un foglio stampa, soprattutto se siamo esposti alla sua immagine come marchio su magliette, cappellini, zaini e ogni tipo di materiale.

Le coltivazioni di marijuana possono essere estese o casalinghe, che se non differisce è la presentazione della pianta, che di solito è corta e con rami forti.
È una pianta che ha un periodo di crescita annuale e se ne possono trovare esemplari femminili e maschili . Ha una tonalità verde intensa e ha una forma a foglia semitagliata molto particolare o con punte vistose.

Varietà Di Cannabis CBD

Fondamentalmente, ci sono tre grandi gruppi di Cannabis CBD Marijuana legale che possiamo descrivere e specificare grazie al fatto che sono usati più frequentemente, è la varietà sativa, indica e rudelaris.

La prima (sativa) si distingue per provenire da una pianta molto più grande, ciò significa che il suo tempo di crescita è più lungo di quello delle altre varietà, sebbene differisca anche per il colore delle sue foglie, che sono verdi ma più discrete. .
Essendo più grande, il tronco tende ad essere più alto; Poiché il suo tempo di crescita è più lungo, può continuare a fiorire, ma le sue dimensioni lo rendono adatto alla coltivazione esterna.

La varietà indica produce una foglia più spessa e non fine come la sativa . È una pianta che, volendo, consente una migliore pianificazione del raccolto poiché il suo tempo di crescita non è così volubile.

Per il suo breve tempo di maturazione, la pianta è più piccola e compatta, ma con foglie più grandi, più vistose e di colore verde più intenso.
L’ultima, rudelaris , è una varietà molto particolare, poiché non dovrà necessariamente crescere sotto una fonte di luce solare. Nel tuo caso, puoi esercitare questa funzione leggera da solo e iniziare normalmente il tuo periodo di crescita. Stando così le cose, questa varietà potrebbe avere maggiori probabilità di essere coltivata clandestinamente in casa, ma i suoi livelli di tch e cbd sono inferiori.

Principi attivi della Canapa

I principi attivi della canapa sono responsabili del suo potere terapeutico, tra questi ci sono THC, CBD e CBN, anche se ce ne sono molti altri, ma questi sono i più diffusi.

I principi attivi o cannabinoidi della marijuana legale agiscono sul sistema nervoso centrale ed è in questo modo che l’organismo può reagire ai loro effetti assumendo CBD.
Naturalmente, sono direttamente responsabili dell’attenuazione di alcuni sintomi di malattie che causano dolore al paziente o che impediscono il sonno profondo.

Tuttavia, è stato anche utilizzato per i suoi effetti benefici per aumentare l’appetito.

Il corpo umano è pieno di recettori capaci di catturare dosi di cannabinoidi per un effetto calmante. Poiché i principi attivi THC, CBD e CBN si trovano all’interno della pianta, vengono chiamati fitocannabinoidi per la loro costituzione naturale e organica ricca di CBD.

L’olio di CBD può anche essere estratto dalla canapa , che è legale in Spagna e viene fornito in una presentazione pratica. Il kenaf CBD e gli effetti di presentazione di un olio sono ampiamente conosciuti e adattabili a una varietà di sintomi.

Effetti di THC e CBD

Gli effetti più ricercati di questi principi attivi della Cannabis sono gli effetti che alterano la percezione. Per il consumatore di marijuana ricreativa, è necessario trovare piacere nei cosiddetti “viaggi” che possono essere intimi o accompagnati. Il significato di questi viaggi è fuggire dalla realtà e ritrovarsi in uno stato di vera estasi dove sia la percezione che i sensi sono alterati. Questo è un modo semplice per descrivere alcuni degli stati psicoattivi del THC.

Il CBD è uno psicotropo che a dosi normali o ben guidate non altera la salute né ha effetti collaterali. Inoltre, costituisce un potenziale sollievo alle conseguenze più fastidiose di alcune malattie, che gli conferisce la sua natura terapeutica. Viene consumato come analgesico, antinfiammatorio, anticonvulsivante, tra gli altri.

Il composto attivo THC o tetraidrocannabinolo ha effetti psicoattivi e produce sensazioni diverse nell’uomo. Uno di questi è il risveglio del piacere, l’attivazione dell’appetito (integratore alimentare) e agisce sulla memoria. Questo tipo di principio attivo ha scopi quasi interamente ricreativi ed è vietato per non fornire i benefici del CBD che sono di natura curativa. Naturalmente, queste proprietà psicoattive potrebbero essere utili anche nelle malattie che causano una diminuzione dell’appetito.

Cos’è la marijuana CBD?

Quando si parla di marijuana legale CBD, ci si riferisce a un principio attivo o all’uso a scopi medicinali della marijuana (cannabis medica), al di là dell’obiettivo ricreativo che possono cercare gli utenti che dedicano i loro sforzi a un consumo più piacevole.

Gli effetti medicinali delle gemme di CBD sono maggiori di quelli presenti nella marijuana TCH, motivo per cui è più spesso prescritta sia come trattamento per convulsioni, per spasmi muscolari o per agire direttamente sul cervello umano come antipsicotico.
Va notato che tra le malattie che potrebbero essere trattate utilizzando dosi di CBD marijuana come trattamento complementare ci sono:

  • Parkison
  • Sclerosi multipla – Alzheimer – Convulsioni – Epilessia
  • Ansia – Infiammazione intestinale
  • Cancro

La marijuana e gli effetti CBD possono fornire una migliore qualità della vita ai pazienti diagnosticati che vogliono alleviare il dolore e utilizzare la medicina alternativa ai loro trattamenti per altri effetti molto importanti.

Cannabis legale cosa dice la legge?

Da un punto di vista legale, molti paesi nel mondo concordano sul fatto che l’uso della marijuana a fini ricreativi debba essere perseguito. Lo status legale della Cannabis negli Stati Uniti è al punto in cui alcuni stati hanno legalizzato l’uso della marijuana, mentre in altri continua ad essere illegale.

In quasi tutti i paesi dell’Europa e dell’Africa, il consumo, il trasporto e la produzione di marijuana è considerato illegale, mentre in America Latina, sebbene sia illegale, questa pratica non viene criminalizzata.

In Europa è risaputo che i Paesi Bassi sono la nazione più flessibile in materia di marijuana, avendone legalizzato la produzione e la vendita in locali destinati al suo consumo.

Proprietà e benefici della Marijuana legale CBD ed effetti

Normalmente le proprietà e i benefici della Cannabis sono medicinali (cannabinoidi non psicoattivi), ecco perché è necessario parlare dell’effetto terapeutico della Cannabis se si hanno familiarità con i seguenti effetti sui sintomi.

Come agente antinfiammatorio, cioè per alleviare le infiammazioni del corpo in conseguenza di diversi disturbi; come analgesico, per attenuare un po’ il dolore quando viene a contatto con il cervello e i recettori del dolore; come anticonvulsivante per prevenire le manifestazioni dell’epilessia; come antiossidante, per proteggere le cellule dall’invecchiamento; come ansiolitico e antipsicotico, per proteggere la salute del cervello; tra gli altri effetti.

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Umidità di capillarità, quali le cause, gli effetti e le possibili soluzioni

Cos’è l’umidità di capillarità e quali sono le cause, gli effetti e le soluzioni? Esistono numerose forme di umidità dei muri, e la costante è sempre la stessa: l’acqua ha la capacità di risalire verso l’alto sfruttando il principio di capillarità, andando a sfidare lo stesso concetto di gravità. Che cosa sono i capillari? Possiamo definirli come dei condotti molto sottili presenti all’interno delle murature.

La principale causa dell’umidità in casa è ovviamente la capillarità, ma dobbiamo comprendere che cos’è il fenomeno nello specifico e quali possano essere le soluzioni immediate per risolvere la situazione. Allo stesso tempo, è molto importante richiedere un intervento di diagnosi per determinare la tipologia di umidità e per contrastarla in seguito. Scopri come eliminare l’umidità di capillarità e gli interventi davvero efficaci.

Umidità di capillarità: cos’è

Come si manifesta l’umidità di capillarità in casa? Anche detta umidità di risalita o umidità ascendente, è una nemica degli ambienti e della salute. Magari hai notato una macchia, un alone sul muro: sul lungo termine, però, possono verificarsi altri problemi, come efflorescenze, distacco dell’intonaco o anche lo sfarinamento. L’acqua presente andrà a tutti gli effetti a deteriorare la parete.

Il degrado da umidità ascendente è un processo che va bloccato, perché potrebbe portare alla formazione di muffe e di funghi potenzialmente pericolosi anche per la salute di chi abita in casa. In genere, la risalita di umidità è scatenata dalla vicinanza ad un corso d’acqua, ma anche in seguito a una perdita. In questo senso è molto importante puntare alla prevenzione dell’umidità, in particolare se si abita in un ambiente locato al piano terra o che presenti una parte seminterrata.

Cause dell’umidità di capillarità

La causa della presenza dell’umidità di capillarità è lo stesso principio. In genere, comunque, la capillarità avviene molto più frequentemente negli edifici vecchi o in costruzioni che sono state edificate scegliendo dei materiali scadenti. Solitamente i materiali che assorbono maggiormente umidità possono essere a base di tufo, arenaria, pomice, mattone pieno, calcarenite, macco.

Un altro aspetto da non sottovalutare in alcun modo è che talvolta un intervento di impermeabilizzazione potrebbe in effetti impedire all’umidità di capillarità di manifestarsi e di deteriorare le mura degli ambienti. Uno sbarramento impermeabile è essenziale: potrebbe rendersi inoltre utile l’installazione di un apposito deumidificatore. Per quanto riguarda l’intervento chimico, invece, le iniezioni di resina rimangono tra le tecnologie attuali migliori di sempre.

Gli effetti e le conseguenze dell’umidità in casa

Quali sono gli effetti negativi dell’umidità in casa? Si potrebbe fare l’errore di credere che sia una questione relativa all’estetica, ma non è affatto così. Un livello piuttosto importante di umidità in casa potrebbe dapprima arrecare danni all’ambiente, in quanto è tra le principali cause della proliferazione della muffa e dei funghi.

C’è da considerare nell’insieme, però, tutti quegli effetti sulla salute. Per esempio, gli individui che abitano in casa potrebbero sviluppare delle allergie, irritazioni della pelle e, nei casi più avanzati, anche veri e propri problemi respiratori. In genere, vivere in un ambiente umido è un problema, perché attira anche più acari della polvere, che vanno a peggiorare allergie preesistenti.

Valutiamo infine un altro fattore, ovvero lo stress fisico e psicologico dell’umidità in casa. Sostanzialmente, il nostro corpo percepisce in modo diverso le temperature in presenza di umidità. Affrontare l’inverno nel modo giusto è essenziale per evitare di ammalarci sul lungo termine.

Soluzioni all’umidità di capillarità

Che cosa sono le iniezioni di resine chimiche per isolare la muratura umida e creare una vera e propria barriera antiumidità? Questa tecnica permette di intervenire nell’immediato, andando a risolvere l’infiltrazione d’acqua. L’iniezione di resina idroattiva blocca l’infiltrazione, sia lieve o anche pesante. Per il trattamento specifico dell’umidità di risalita, si può sfruttare l’iniezione di gel o soluzioni idrorepellenti, così da tornare a vivere in un ambiente sano e impedire che possa proliferare la muffa sul lungo termine. Ma a chi affidarsi per un lavoro eccellente?

Dry Wall System è una delle aziende più importanti sul territorio per sconfiggere l’umidità di capillarità. Non solo sul loro sito sono disponibili dei prodotti interessanti – come il DWS 1000, che serve per la deumidificazione dei muri – ma propongono anche degli interventi di deumidificazione, impermeabilizzazione e consolidamento. Dal 1979, sono al servizio della clientela per risanare i muri. Dispongono di un team specializzato e altamente qualificato per realizzare iniezioni di resine professionali.

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Calze a supporto elastico, un aiuto per le caviglie gonfie

Se ti sono state prescritte calze a supporto elastico dette anche a compressione vuol dire che hai problemi di circolazione o di gambe gonfie.

Non a caso, questo genere di calze, disponibili presso Calze per Passione, possono essere un valido aiuto per risolvere problemi inerenti caviglie o gambe gonfie.

Vediamo insieme cosa sono e come utilizzarle.

A cosa servono le calze a supporto elastico

Le calze a compressione sono studiate appositamente per applicare la giusta pressione alla parte inferiore delle gambe, contribuendo a mantenere corretto e costante il flusso sanguigno e quindi a ridurre il disagio e il gonfiore.

Sono a compressione graduata il che vuol dire che sono più strette intorno alla caviglia e si allentano man mano che salgono verso la parte alta della gamba.

Le calze a supporto elastico vengono solitamente prescritte dal medico come rimedio curativo a una condizione che causa scarso flusso di sangue nelle gambe, come ad esempio:

  • Vene varicose (vene gonfie e allargate),
  • Linfedema (quando i tessuti del corpo si gonfiano).

Il motivo per il quale le calze a compressione funzionano è che il sangue continua a muoversi e fluire; ecco perché è più difficile che si raggeli nelle vene e faccia un coagulo.

Se malauguratamente questo dovesse succedere, ossia che si verifichi la formazione di un coagulo, questi potrebbe venir trasportato con il sangue e, nei casi peggiori, rimanere bloccato in una parte del corpo pericolosa come possono essere i polmoni.

I coaguli di sangue rendono anche più difficile il flusso di sangue con conseguenti problemi di gonfiore, pelle scolorita e altri problemi.

Le calze a supporto elastico vengono utilizzate anche in ambito sportivo, soprattutto negli sport ad alta resistenza come maratone o trail running a lunga percorrenza.

Vengono usate dagli sportivi per evitare il gonfiore alle gambe che si verifica durante sforzi di questo tipo, e migliorare la circolazione sanguigna durante il movimento, oltre che a seguire una corretta alimentazione per evitare l’insorgere di questo problema,

Molti atleti, tra cui corridori, giocatori di basket e triatleti, indossano questo tipo di calze a compressione non solo sulle gambe ma anche sulle braccia; ciò viene fatto perché un migliore flusso sanguigno favorisce un miglior afflusso di ossigeno ai muscoli che di conseguenza aiuterà a prevenire danni e traumi ai tessuti.

Secondo molti atleti poi l’utilizzo di queste calze a supporto elastico migliorano la circolazione sanguigna e linfatica consentendo loro di recuperare più rapidamente l’affaticamento muscolare.

Acquistare le calze a supporto elastico

Le calze a compressione sono disponibili in una varietà di dimensioni, lunghezze e colori anche con diversi punti di forza di compressione per meglio adattarsi alle varie esigenze.

In fase di acquisto le gambe vengono misurate per vedere qual è la dimensione più corretta.

In base alle esigenze può essere necessario indossare le calze a compressione su entrambe le gambe o solo su una; se le indossi per problemi di circolazione le calze andrebbero tenute durante tutta la giornata e tolte prima di andare a letto.

Per farle durare a lungo, bisogna lavarle a mano, a circa 40° C e asciugarle lontano dal calore diretto onde preservare la loro qualità nel tempo.

A chi vengono consigliate la calze a compressione

Come abbiamo visto, le calze a supporto elastico sono un valido aiuto per ripristinare e favorire la circolazione sanguigna del sangue; per questo motivo sono consigliate a:

  • Persone con o a rischio di problemi di circolazione, come TVP, vene varicose o diabete;
  • Persone che hanno appena subito un intervento chirurgico;
  • Coloro che non possono lasciare il letto o hanno difficoltà a muovere le gambe;
  • Persone che stanno tutto il giorno in piedi al lavoro;
  • Atleti;
  • Donne incinte;
  • Persone che trascorrono lunghi periodi di tempo sugli aerei, come i piloti;

Il consiglio è quello di rivolgersi sempre ad un medico per capire il tipo di compressione di cui si ha bisogno e come indossarle correttamente.

 

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La corretta alimentazione post gara

Nel momento in cui un atleta si appresta ad affrontare una competizione sportiva, sarà necessario curare tutti gli aspetti relativi a preparazione e svolgimento della gara. Ciò riguarda non soltanto la pianificazione degli allenamenti e la capacità di gestire correttamente le energie durante la gara, ma anche una corretta alimentazione prima e durante la competizione. In questo senso, potrebbe essere utile rivolgersi ad un nutrizionista sportivo Torino in grado di fornire un piano alimentare adeguato alle esigenze dell’atleta in questione. La cura di questi elementi è fondamentale per poter raggiungere una condizione psicofisica ottimale facendosi, così, trovare pronti sia dal punto di vista fisico che nutritivo. Altro momento da gestire con attenzione sarà, poi, quello post gara. Si tratta di una fase estremamente delicata che non deve mai essere sottovalutata ma, al contrario, va gestita con attenzione. Durante questa fase, infatti, sarà necessario recuperare le energie e rimettere in sesto l’organismo, il quale si troverà in una situazione di sofferenza a seguito dello sforzo compiuto. Il primo aspetto di cui sarà necessario occuparci durante la fase di recupero è, sicuramente, il deficit energetico.

Una competizione impegnativa porta, infatti, ad un esaurimento delle riserve energetiche, corrispondenti alle scorte di glicogeno. All’interno dell’organismo queste ultime non sono così abbondanti. In un soggetto adulto ben nutrito queste ultime corrispondono, infatti, a circa 400-500 grammi e si trovano principalmente in muscoli e fegato, a cui si aggiunge la percentuale contenuta all’interno del sangue. L’obiettivo principale del nostro corpo sarà, quindi, quello di ripristinare le scorte di glicogeno che sono state perdute e, per farlo, sarà necessario assumere carboidrati. In una prima fase sarà opportuno alimentarsi con carboidrati ad alto indice glicemico e, di conseguenza, di rapida assimilazione, per poter nutrire immediatamente i muscoli che hanno lavorato. In un momento successivo, sarà fondamentale introdurre anche i carboidrati complessi, i quali consentiranno un assorbimento dei nutrienti maggiormente graduale.

Una buona scelta, in questo senso, potrebbe essere quella di consumare frutta fresca, spremute o succhi di frutta nei 15 – 30 minuti che seguono alla gara per poi inserire, successivamente, un pasto contenente pasta, pane o riso. Inserire i carboidrati in seguito all’esercizio fisico è fondamentale anche per poter sventare il pericolo di un possibile catabolismo muscolare. Quest’ultimo corrisponde alla condizione per la quale, nel momento in cui il corpo non riceva nutrimento dall’esterno, lo produca autonomamente coinvolgendo le proteine del muscolo, le quali verranno, di conseguenza, sacrificate a fini energetici.

Alcune necessità alimentari

Tra le necessità alimentari di reintegro post gara vi sono, poi, il recupero liquidi ed elettroliti e la rigenerazione delle fibre muscolari. Per quanto riguarda il primo, ovvero il reintegro di liquidi e sali minerali persi attraverso la sudorazione, quest’ultimo è un aspetto estremamente importante di cui sarà necessario occuparsi anche durante lo svolgimento della competizione rivolgendosi ai numerosi ristori posti a disposizione mentre, a fine gara, non sarà necessario ricorrere a bevande e integratori particolari, ma sarà sufficiente la semplice acqua, abbinata ad un eventuale consumo di frutta o succhi di frutta. Rispetto, invece, alla rigenerazione delle fibre muscolari, l’esercizio fisico molto intenso corrisponde ad un vero e proprio trauma per le fibre muscolari in quanto ne causa la rottura.

In tal senso, è fondamentale sostenere in maniera adeguata i processi di sintesi proteica che consentono rigenerazione e crescita muscolare. Così come nel caso del discorso energetico, anche in questo caso sarà fondamentale fornire il giusto quantitativo di proteine tramite l’alimentazione. La tipologia di proteine più indicate corrisponde, sicuramente, alle proteine nobili, ovvero alle proteine contenute all’interno degli alimenti di origine animale come uova, carne e pesce. In conclusione, è possibile dire che, un consiglio utile per un atleta, potrebbe essere quello di curare la propria alimentazione rivolgendosi ad un nutrizionista esperto. Quest’ultimo sarà, infatti, in grado di creare un regime alimentare ad hoc, basato sulle esigenze individuali dell’atleta.

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I migliori esercizi per allenare i pettorali

I pettorali rappresentano alcuni tra i muscoli che vengono maggiormente allenati e stimolati all’interno di una palestra o di un qualsiasi tipo di allenamento; si tratta di muscoli importantissimi non soltanto dal punto di vista estetico, ma anche funzionale e organico, riuscendo a conferire una corretta postura, una grande resistenza fisica e anche una protezione maggiore dei propri organi interni. Insomma, non è assolutamente banale considerare un corretto allenamento per i propri pettorali, attraverso una serie di esercizi specifici che possono essere realizzati a corpo libero, con ausilio di panca o di altri strumenti; per questo motivo, non tutti gli esercizi possono essere eseguiti in casa, dal momento che sarà necessario l’utilizzo di attrezzi presenti in palestra per il corretto svolgimento degli stessi. 

Push up

Il primo tra i migliori esercizi che possono essere svolti per migliorare e allenare i pettorali è quello dei push up, altro nome che viene dato ai classici sollevamenti su braccia che permettono – attraverso l’utilizzo della propria forza – di allenare non soltanto i pettorali, ma anche gli addominali e i muscoli delle braccia. Si tratta, dunque, di un esercizio sì semplice, ma allo stesso tempo efficace e completo, che permette di effettuare un riscaldamento muscolare ideale e di mettere a punto un sistema di allenamento certamente importante per la parte superiore del proprio corpo.

Per eseguire correttamente i push up, bisognerà semplicemente stendersi a pancia in giù, tenendo le gambe rigide e cercando di sollevarsi con l’ausilio delle braccia e della forza del proprio corpo. In base all’apertura di gambe e braccia l’esercizio diventerà più o meno semplice, coinvolgendo altri muscoli come tricipiti e quadricipiti. 

Croci con manubri

Attraverso l’utilizzo di manubri e panca, che può essere sia piana che inclinata, è possibile mettere a punto uno degli esercizi più efficaci che possano essere svolti per allenare i pettorali. Tenendo i piedi ben saldi a terra, bisognerà assicurarsi che schiena e testa poggino perfettamente sulla panca, in modo da allenare soltanto il petto e non sollecitando altri muscoli che non siano direttamente coinvolti nel proprio esercizio.

A questo punto, bisognerà distendere le proprie braccia in modo che siano perpendicolari al corpo, facendo sì che assumano la caratteristica forma a X che dà il nome all’esercizio. Le braccia dovranno essere tenute ben dritte quando distese mentre, tornando verso il petto, dovranno essere piegate cercando di tenerle sempre perpendicolari al corpo, in modo da allenare perfettamente il proprio petto: quanto maggiore sarà l’inclinazione della panca, tanto più alta la zona dei pettorali allenata, dunque si può cambiare più volte l’inclinazione per essere sicuri di un esercizio completo. 

Distensioni su panca piana con bilanciere

Ultimo tra i migliori esercizi che possono essere scelti per allenare i pettorali è quello delle distensioni su panca piana con bilanciere, che permettono di allenare in modo semplice i propri pettorali, a meno che il carico non sia eccessivo. Stendendosi sulla panca con schiena e testa ben poggiate alla stessa, bisognerà distendere le proprie braccia che sorreggono il bilanciere, poi portando lo stesso verso il petto e ripetendo l’esercizio per il numero di ripetizioni richieste.

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È vero che l’aria condizionata fa male?

Lo si sente dire spesso, ma non è chiaro se si tratta di una voce infondata oppure della realtà. Capire se sia vero che l’aria condizionata faccia male non è semplice: ci sono molte dicerie che sono state ripetute così tante volte e da così tante persone che persino chi dovrebbe saperne qualcosa in più tende a non contraddire troppo queste voci. Se vuoi chiamare un idraulico Torino provincia per installare un condizionatore a casa, ma sei preoccupato dalle dicerie che circolano su condizionatori e climatizzatori, allora prenditi del tempo per capire come funzionano climatizzatori e condizionatori e poi decidere liberamente.

Il freddo ci fa ammalare?

Quando si parla di aria condizionata, la prima preoccupazione che solitamente viene fatta presente, è che la temperatura troppo bassa possa farci ammalare. Questa associazione di idee viene fatta inconsciamente dal nostro cervello, che confonde cause e conseguenze: visto che ci si ammala più spesso di inverno e dato che la stagione invernale è la più fredda, allora deve essere la bassa temperatura a farci ammalare. Questo mito, che in Italia ha radici particolarmente profonde, ma che in altri paesi molto più freddi non esiste affatto, non ha basi scientifiche. Sono i virus ed i batteri a farci ammalare, non il freddo. Ma se non è il freddo a farci ammalare, perché ci si ammala più spesso durante la stagione invernale?

Banalmente, ci si ammala maggiormente in inverno perché le basse temperature e le condizioni meteo tipiche di questo periodo promuovono una serie di comportamenti che favoriscono il diffondersi del virus. Il minor ricambio dell’aria e la tendenza a stare al chiuso per un periodo di tempo maggiore rispetto ai mesi estivi permettono a virus e batteri di concentrarsi e passare facilmente di persona in persona. Secondo alcuni studi, l’unica cosa che potrebbe fare il freddo è aiutare il virus a moltiplicarsi e peggiorare la risposta immunitaria del nostro corpo, ma i test fatti in questo senso non hanno portato a risultati definitivi. Quello che sembra essere certo, invece, è che un uso eccessivo dei riscaldamenti durante i giorni freddi possa provocare un’eccessiva secchezza dell’aria, che aiuta i virus a diffondersi e che causa la secchezza delle mucose delle vie respiratorie.

L’aria condizionata è innocua?

Quanto detto finora porterebbe a pensare, quindi, che l’aria condizionata sia assolutamente innocua, ma non è così. Come ogni singola cosa, occorre usare l’aria condizionata con oculatezza e moderazione, in modo da non patire il caldo nei caldi giorni estivi. L’aria condizionata, soprattutto a chi non è abituato, può causare alcuni problemi: ad esempio, moti condizionatori fungono anche da deumidificatori. Se l’aria diventa troppo secca, possono insorgere diversi effetti indesiderati, come mal di testa, bruciore degli occhi e secchezza delle mucose nasali ed orali. Inoltre, è importante che la differenza di temperatura tra i locali climatizzati e l’esterno non superi la soglia degli 8 gradi, altrimenti si rischiano conseguenze negative sulla salute a causa dei grossi sbalzi di temperatura. Importantissima anche la manutenzione regolare del condizionatore o del climatizzatore, per evitare che al suo interno si accumulino muffe, funghi e batteri che potrebbero prosperare e creare seri pericoli per la salute.

Accendere l’aria condizionata di notte fa male?

Secondo molti otorini sarebbe meglio ridurre al minimo l’uso dell’aria condizionata nelle ore serali e non utilizzarla in quelle notturne. In primo luogo perché è sempre meglio far arieggiare le stanze aprendo le finestre, in modo da disperdere eventuali agenti patogeni che potrebbero essersi accumulati all’interno della stanza; in secondo luogo perché durante il sonno il caldo viene comunque percepito in misura minore dal nostro corpo.

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Europei 2020/2021: dove si disputa, squadre partecipanti e altre informazioni

I Campionati Europei hanno inizio ufficialmente l’11 giugno del 2021, con il match inaugurale tra Italia e Turchia. A seguito dell’inizio della pandemia da Coronavirus, è stato reso necessario uno slittamento degli Europei che inizialmente erano stati previsti per il giugno del 2020, ma non la denominazione del torneo che – per motivi mediatici – è rimasta di EURO 2020. La competizione a squadre, che introduce la formula innovativa del piazzamento di alcune squadre garantito dalla Nations League, è itinerante, dal momento che sono previsti incontri in diversi stadi europei, con semifinali e finali nel Wembley Stadium di Londra. Ecco tutto ciò che c’è da sapere a proposito di dove si disputa, quali sono le squadre partecipanti e altre informazioni sugli Europei del 2021. 

Dove si disputano gli Europei del 2021?

I Campionati Europei 2021 sono itineranti: inizialmente la formula è stata prevista per celebrare il 60esimo anniversario dalla nascita degli stessi e, per questo motivo, non è stata scelta una sola sede per gli Europei, ma più realtà geografiche in grado di coinvolgere e attirare spettatori di tutta Europa. La partita inaugurale viene svolta allo Stadio Olimpico di Roma, con il match tra Italia e Turchia previsto per l’11 giugno del 2021, mentre semifinali e finali del torneo sono previste nel Wembley Stadium di Londra.

Le città preposte inizialmente ad accogliere incontri calcistici sono state: Copenaghen, Bucarest, Amsterdam, Dublino, Bilbao, Budapest, Glasgow, Bruxelles, Baku, Roma, Monaco di Baviera, San Pietroburgo e Londra. A seguito della riformulazione dei calendari e di alcune realtà calcistiche, le stesse sono state organizzate in base ai gruppi, secondo il seguente schema:

  • Gruppo A: Roma e Baku
  • Gruppo B: San Pietroburgo e Copenaghen
  • Gruppo C: Amsterdam e Bucarest
  • Gruppo D: Londra e Glasgow
  • Gruppo E: Siviglia e San Pietroburgo
  • Gruppo F: Monaco di Baviera e Budapest

Le squadre partecipanti agli Europei 2020/2021

Secondo il meccanismo di qualificazione, garantito da un torneo preliminare tra diverse nazionali, è stato stabilito quale fosse il numero delle nazionali a cui è stata permessa una qualificazione al torneo; in secondo luogo, la Nations League ha permesso di stabilire, attraverso le quattro vincitrici della prima fascia, le quattro nazionali che avrebbero ottenuto un posizionamento in tabellone indipendentemente dalle qualificazione europee. Sulla base di queste determinazioni, le squadre partecipanti sono le seguenti:

 

  • Gruppo A: Italia, Svizzera, Turchia, Galles.
  • Gruppo B: Belgio, Russia, Danimarca, Finlandia.
  • Gruppo C: Ucraina, Olanda, Austria, Macedonia del Nord.
  • Gruppo D: Inghilterra, Croazia, Scozia, Repubblica Ceca.
  • Gruppo E: Spagna, Svezia, Polonia, Slovacchia.
  • Gruppo F: Germania, Francia, Portogallo, Ungheria.

Grandi assenze ed esclusioni tra i convocati

Gli Europei del 2021 sono segnati dall’assenza di alcuni calciatori che, per infortunio o esclusione, non sono stati inseriti all’interno delle liste dei convocati ufficiali. L’Italia ha dovuto fare a meno di Nicolò Zaniolo, per un grave infortunio che l’ha riguardato proprio in

nazionale, oltre che di Lorenzo Pellegrini e Stefano Sensi, che sono stati sostituiti da Matteo Pessina e Gaetano Castrovilli. Tra le altre assenze di lusso c’è quella di Zlatan Ibrahimovic per la Svezia, dopo che il campione aveva fatto ritorno nella sua nazionale sfornando ottime prestazioni; e ancora, la Spagna fa a meno di Sergio Ramos, mentre la Germania di Marc Andrè Ter Stegen mentre la Francia, che aveva permesso il ritorno in squadra di Benzema, ha dovuto rinunciarvi per il suo infortunio. 

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Cosa fare se la porta non si apre?

Può capitare a tutti di tornare a casa e scoprire di non riuscire ad aprire la porta di ingresso. I motivi di questo inconveniente possono essere tanti, ma la soluzione che di solito si decide di adottare è quella di chiamare i vigili del fuoco in modo che rompano la serratura e sblocchino la porta e ci permettano di rientrare in casa. In realtà, però, chiamare i pompieri non dovrebbe essere la norma in questi casi: queste importanti autorità, infatti, dovrebbero essere contattare soltanto in caso di estrema urgenza o necessità. La norma, quando si rimane chiusi fuori da casa, dovrebbe essere quella di contattare un servizio di fabbro pronto intervento Monza e provincia attivo 24 ore su 24 e che intervenga velocemente.

Per evitare chiamate inutili, i vigili del fuoco hanno adottato una soluzione piuttosto drastica: se dopo l’intervento risulta chiaro che non ci fosse nessuna situazione di emergenza, il cittadino dovrà pagare i costi dell’intervento, che non saranno affatto competitivi con quelli degli altri professionisti! Ma cosa fare se non si resta chiusi fuori di casa e non si vuole pagare l’intervento di un professionista che si occupi di sbloccare la porta di ingresso?

Identificare il problema

Il primo passo, il più importante, è capire quale sia il problema. Se non si sa sui cosa intervenire i tentativi di sbloccare la porta potrebbero essere inutili se non addirittura dannosi. Quindi è importante cercare di capire subito se il problema è effettivamente la vostra porta, oppure la serratura. In alcuni casi il problema è davvero di facile individuazione: la chiave non gira? Il problema sta nella serratura (o nella chiave); la porta sembra bloccata a causa dell’attrito con il pavimento? Allora probabilmente il problema è nel telaio della porta. Identificare il problema che affligge la vostra porta rapidamente è assolutamente necessario per iniziare a pensare ad una soluzione.

Cosa fare se la chiave non gira?

Se il problema sembra essere nella serratura, allora occorre procedere a tentativi: il primo passo è provare a contattare qualcuno che abbia una copia delle chiavi. Solitamente, infatti, la serratura funziona perfettamente e sono le chiavi ad essersi danneggiate. Se non c’è modo di provare con un secondo mazzo di chiavi, oppure nemmeno le chiavi di riserva riescono ad aprire la porta, allora conviene provare a comportarsi come se il problema fosse nella serratura. Procuratevi del lubrificante e provate a spruzzarlo all’interno della serratura. Non abbiate paura di esagerare, se la serratura si è inceppata occorrerà spruzzarne una buona dose. Se la chiave non gira dopo aver applicato il lubrificante riprovate una seconda volta.

Se il lubrificante non risolve il problema, evitate di provare ad improvvisarvi scassinatori: se bastassero degli strumenti da principiante e un video su youtube, la vostra serratura non durerebbe nemmeno 10 secondo contro un ladro professionista. Un tentativo disperato che raramente da buoni risultati è quello di provare a rimettere apposta la serratura utilizzando la stessa chiave: stando attenti a non danneggiare nulla, si può provare a dare dei colpetti utilizzando la chiave per vedere se la serratura riesce a sbloccarsi.

Cosa fare se la porta non si apre?

Se il problema sembra essere la porta, non c’è molto che si possa fare. Stando attenti a non farsi male e a non sforzarsi troppo, l’unica cosa da fare è provare a sollevare leggermente la porta mentre si cerca di spingerla e sperare che questo basti ad aggirare le ragioni del blocco. Eventualmente si può provare a spruzzare del lubrificante sui cardini e sotto la porta, anche se raramente questa manovra ha un qualche effetto. Qualora la porta dovesse rimanere bloccata, allora sarà necessario chiamare un fabbro per l’apertura della porta.