Il piano di emergenza sul lavoro, conosciuto anche come PEM, è uno mezzo operativo (ricapitolato in un documento facilmente accessibile da tutti i Lavoratori) che include tutte le informazioni e le istruzioni che occorrono per affrontare una possibile emergenza di qualsiasi tipologia.
In particolar modo tutte le attività che contengono più di 10 dipendenti in base a quanto stabilito dalla legge devono effettuare obbligatoriamente la compilazione del piano di emergenza sul lavoro.
Ma autonomamente dagli obblighi è possibile capire in maniera indipendente quanto questo strumento operativo sia effettivamente efficace e utile, per garantire la massima sicurezza sul posto di lavoro.
Si rivolge di conseguenza a tutte quelle imprese in cui, durante la formazione della Valutazione dei Rischi, si sono manifestati le competenze che rendono indispensabile la verifica del piano di emergenza.
Il PEM, ossia il piano di emergenza sul lavoro, rappresenta uno degli strumenti migliori e più importanti che devono essere impiegati per quanto riguarda la Prevenzione e la Sicurezza sul posto di lavoro.
Il testo unico sulla sicurezza richiede espressamente il PME, in quanto è regolato dal decreto legislativo 81 del 2008. Precisamente in esso viene confermato il concetto di quanto effettivamente risulti indispensabile adoperare in azienda il piano di emergenza sul lavoro.
Attraverso quest’ultimo infatti vi è la possibilità di contrastare i pericoli e i rischi che si manifestano e affrontare soprattutto le emergenze che potrebbero presentarsi nel posto di lavoro in qualsiasi momento.
La sua importanza fa sì che sia fondamentale una redazione puntuale, come definisce il testo unico.
Alcuni degli intenti stabiliti dal piano di emergenza sul lavoro sono i seguenti ossia:
Gli scopi perseguiti nella redazione del PEM sono decisamente numerosi: ad esempio verranno determinati i tragitti e le vie di fuga che risultano più veloci e sicure, ovvero che sono facili da raggiungere da qualsiasi punto dell’azienda o, per di più, verranno scelti i
Lavoratori a cui attribuire delle delle posizioni leader durante l’organizzazione e gestione dei casi di emergenza, anche a seconda a determinate qualifiche ottenute precedentemente.
Per quanto riguarda la compilazione del PEM, pertanto, è opportuno affidarsi a una figura specializzata nel settore della Sicurezza sul Lavoro.
Il Piano di Emergenza sul Lavoro, include la composizione di una verifica precisa e puntuale incentrata soprattutto su tutte le reali fonti di pericolo presenti in azienda ossia sul posto di lavoro, che generalmente potrebbero manifestarsi a causa delle lavorazioni, dove il Datore di Lavoro deve obbligatoriamente trovare e applicare delle azioni di prevenzione con l’obiettivo di proteggere e tutelare sotto tutti i punti di vista tutti i Lavoratori presenti nell’attività.
Esistono due tipologie di PEM, ossia il piano potrà essere interno o esterno.
Per quanto riguarda la prima modalità è bene sapere che dovrà riferirsi a tutte le fattibili emergenze che in qualsiasi momento potrebbero manifestarsi all’interno dei posti dove generalmente avviene l’attività lavorativa dei dipendenti.
In questo piano dovranno essere elaborati tutti i posti in cui avviene ogni giorno l’attività dei Lavoratori.
Mentre, la seconda tipologia di Piano di Emergenza sul Lavoro, ovvero quello esterno, si riferisce a una singola probabilità di pericolo che potrebbe presentarsi nella parte esterna del posto di lavoro.
Il piano delle emergenze deve obbligatoriamente essere compilato dal Datore di Lavoro insieme a tutte le figure che hanno come obiettivo quello di accertare la sicurezza e la protezione dei Lavoratori sia all’interno sia all’esterno dell’azienda.
Fonte delle informazioni: https://www.gdmsanita.it/piano-emergenza-sul-lavoro-pem-torino.php
Se siete qui, probabilmente avete la grande fortuna di dover arredare una casa, un palazzo di uffici o una qualsiasi struttura anche ristorativa o alberghiera da cui si può godere di una vista impareggiabile, e proprio per questo volete valorizzarla al meglio.
Come avrete capito, sarebbe davvero un peccato inserire delle finestre normali quando optando per altre semplici soluzioni potreste avere il panorama tutto per voi, quindi state vagliando le varie alternative per trovare quella che fa per voi e per la vostra struttura.
Per valorizzare una vista panoramica, non c’è niente di meglio delle vetrate ampie, che oltre ad illuminare tutti gli ambienti non vi precludono o limitano la vista dal vostro appartamento o ufficio. In questo articolo vi proponiamo una guida a tutti i modelli disponibili di vetrate panoramiche italiane e ai vantaggi che avrete scegliendole per voi.
Come abbiamo accennato sopra, le vetrate panoramiche sono una delle soluzioni migliori per completare un edificio da cui potete osservare uno splendido panorama, quindi vale sicuramente la pena di prenderle in considerazione e scoprire tutte le loro caratteristiche.
Per accontentare i gusti e le esigenze di tutti, sono stati realizzati diversi modelli di vetrate panoramiche italiane, eccone un elenco in cui vi spieghiamo brevemente ciascuna versione:
Concetto che abbiamo già chiarito in precedenza, ma che non può essere trascurato quindi approfondiamo qui di seguito. Una vetrata panoramica, a patto che non odiate la vista dall’edificio in questione, apporta numerosi vantaggi alla vostra struttura, tutti di diversa natura e da prendere in considerazione durante le fasi di progettazione e di costruzione, avvalendovi anche dell’aiuto di esperti architetti che vi sapranno consigliare al meglio.
Intanto, ci teniamo a farvi una panoramica dei principali vantaggi che avrete se la vostra scelta ricadrà sulle vetrate panoramiche italiane:
Avere un pavimento in parquet è davvero gradevole, anche perché il pavimento in legno garantisce numerosi vantaggi. Innanzitutto contribuisce a rendere più accogliente l’atmosfera in casa. Sa regalare una certa eleganza e tutto ciò non fa altro che influire sull’incremento del valore dell’immobile. Inoltre è importante per assicurarsi un buon isolamento termico e acustico, caratteristica che è data dalle proprietà naturali del materiale utilizzato, ovvero il legno. Con il parquet il pavimento di casa nostra sarà davvero unico, anche perché, per la realizzazione di un parquet in legno, abbiamo la possibilità di scegliere tra essenze e disegni molto differenti. Ma come fare a scegliere il parquet giusto per la nostra abitazione? Ecco cosa c’è da tenere in considerazione.
Abbiamo a disposizione in commercio vari tipi di parquet. Clicca qui per maggiori informazioni, anche sulle tipologie che si possono scegliere. Di solito distinguiamo due grandi categorie di pavimenti in legno. Si tratta del parquet tradizionale, in legno massello, e del parquet prefinito.
Il parquet tradizionale è di solito realizzato in legno massello. In genere è ricavato da assi che vengono prese da un blocco unico di legno. È una tipologia di pavimento in legno che tende a durare a lungo nel tempo.
Dà la possibilità di essere molto variegato, perché si può scegliere tra diversi legni ed essenze. Questo tipo di parquet viene trattato direttamente sul posto, rende la casa davvero pregiata e ne mette in risalto ogni aspetto di eleganza.
Il parquet prefinito, invece, è composto da uno strato di legno sottile pregiato, che viene collocato su strati di legno più comune. Di solito si trovano parquet in faggio, in noce, in rovere e questo tipo di parquet può essere disponibile anche nella versione bianca, molto apprezzata da chi ha una casa in stile moderno.
A differenza di quanto avviene per il pavimento in legno massello, il parquet prefinito viene trattato in fabbrica. Le tempistiche e le modalità di posa sono molto rapide e poi riesce a garantire un migliore rapporto qualità-prezzo, quindi è adatto anche per chi ha un budget meno ricco. Di solito distinguiamo fra un parquet prefinito a due strati e uno, sempre prefinito, a tre strati.
Molto importante è la scelta delle finiture e delle essenze quando si tratta di mettere a punto il parquet. Infatti dalle varie finiture può dipendere anche il gusto estetico, ma le essenze sono importanti anche perché il pavimento in legno possa durare a lungo nel tempo.
Si può scegliere per esempio una finitura a vernice, che è realizzata con una vernice solvente e che assicura una soluzione di comodo tra bellezza e resistenza. Infatti questo tipo di vernice resiste al calpestio e ai graffi e non si macchia quando viene a contatto con i liquidi.
È molto facile da pulire e si può sfruttare anche in ambienti umidi, come per esempio il bagno e la cucina.
La finitura ad olio è importante perché riesce a ricreare un ambiente naturale. In genere viene realizzata con un mix di oli naturali e sintetici, che rendono i colori del legno più brillanti.
Possiamo poi distinguere la finitura a cera, molto importante anch’essa per la resistenza che riesce a determinare. Infatti il passaggio della cera sul legno riesce a creare una specie di film protettivo sulla superficie. La finitura a cera può essere utilizzata, se si ha intenzione di provvedere ad effettuare una manutenzione almeno ogni due anni.
Per quanto riguarda la scelta delle essenze, il legno più utilizzato è il rovere, ma molti utilizzano anche il Teak, che è meno costoso e che assicura un’alta resistenza.
Tendaggi, lenzuola, tappezzeria, rivestimenti per poltrone, divani e asciugamani sono tutte tipologie di tessuto che vengono utilizzate per arredare e abbellire casa e non è sempre un’impresa semplice!
Esattamente come nel caso dei tessuti per l’abbigliamento anche i materiali con la quale decidiamo di rivestire casa devono essere scelti con cura e in base alla stagionalità e alle proprie esigenze.
Ma come fare a scegliere e capire quale biancheria della casa fa al caso tuo? Semplice seguendo questa piccola guida creata da Casa Dolce Casa leader nella vendita della biancheria per la casa online!
Per riuscire a scegliere con cura i tessuti per gli arredi della tua piccola e accogliente dimora dovrai rendere conto a piccoli appunti e spunti che andremo a vedere in questo articolo ma, in generale devi scegliere colori, forme e fantasie che si armonizzano con l’ambiente di destinazione.
Tessuti naturali e sfoderabili sono le principali caratteristiche che vengono richieste per la comodità e soprattutto la vivibilità dell’ambiente stesso.
I tessuti sfoderabili nascono dall’esigenza di tenere pulito un arredo e di essere sostituito o innovato quando c’è aria di cambiamento!
Tra i tantissimi tessuti che possiamo trovare sul mercato il lino è quello più adatto al rivestimento di divani e poltrone, è fresco e resistente rendendo la seduta accogliente.
Tra i tessuti più pregiati invece il velluto è il protagonista, dona una percezione di lusso a tutto l’ambiente.
La sensazione al tatto è tra le migliori: liscia, morbida e accogliente.
Sconsigliati sono tutti i tessuti sintetici per due ragioni importanti:
La scelta delle lenzuola per la camera da letto è molto importante perché ci aiutano a riposare bene e i tessuti utilizzati sono molto noti in quanto sono intramontabili: cotone per tutte le stagioni, per i più freddolosi la flanella e vari copriletti e piumini per le diverse stagioni.
Per le stanze dei più piccini il nostro consiglio è quello di utilizzare e osare con i colori e i materiali, via libera a fantasie che mettono allegria, personaggi dei cartoni animati e tanta positività.
Le tende sono l’arredo che non sempre riesce ad essere apprezzato al 100% perché spesso e volentieri appesantiscono l’ambiente evitando che la luce filtri all’interno della stanza.
Ma se il tessuto viene scelto con criterio migliora di gran lunga la percezione dello spazio e della luce.
Anche in questo caso preferiamo scegliere dei tessuti “amici” dell’ambiente e organici, con colori chiari per quanto riguarda la zona giorno e più scuri o più coprenti per quanto riguarda la zona notte.
Ricordati che andare ad utilizzare tessuti pesanti come il damascato, il velluto o tessuti troppo coprenti nella zona giorno si va in contro al rischio di rendere l’ambiente poco accogliente e un molto pesante.
In generale le fantasie e colori sono sempre apprezzate soprattutto per la cucina e il soggiorno che aiutano la percezione di un ambiente piacevole e rilassante.
Non eccedere troppo con i colori e le fantasie però, scegli sempre una strada e di solito la più semplice e pulita è la migliore.
Ti faccio un esempio:
se per l’arredo del tuo divano utilizzi colori neutri e a tinta unita, abbinato a dei cuscini colorati, freschi e dinamici mantieni la stessa tonalità di colore anche per i tendaggi: In questo modo non puoi sbagliare!
Il fotorealismo è un’esigenza sempre più diffusa, qualunque sia l’ambito, perché dà la possibilità a progettisti e modellatori di valutare preventivamente il proprio lavoro e di modificarlo e migliorarlo prima che diventi un prodotto fatto e finito.
Ma cos’è il rendering? Il rendering in termini meno tecnici è, appunto, la resa fotorealistica di un’immagine che si ottiene sfruttando la grafica tridimensionale computerizzata.
Il rendering cambia a seconda delle impostazioni e delle tecniche che si utilizzano, oltre che a seconda dei software che si utilizzano.
Il classico rendering, per esempio, prevede che per ottenere maggiore fotorealismo si usi la tecnica del surfacing, ossia il fotorealismo delle superfici, e la texture dei materiali, cioè nel modello 3D vengono inserite le principali caratteristiche dei materiali per renderli più simili al vero.
Se si parla di superfici, per creare rendering fotorealistici si può utilizzare anche il metodo della radiosità (radiosity) che consiste nell’illuminazione delle superfici tenendo conto di ombre e contrasti. La radiosity è in pratica un algoritmo che verifica come si riflette la luce. Con questo sistema il fotorealismo di certo è di alta qualità.
Inoltre, sempre ottimizzare la resa del modello, si può impostare un algoritmo di ray tracing che è una tecnica che sfrutta sempre l’illuminazione, verificando come la luce passi da una superficie all’altra e si può applicare sia alle immagini in movimento che a quelle statiche.
Infine, tra le opzioni di rendering, c’è la rasterizzazione, che è una tecnica di produzione di immagini in formato raster o bitmap e perciò consente di realizzare modelli sfruttando la grafica vettoriale e la resa in pixel.
Oggi ci sono diversi software e motori di rendering che rispondono alle esigenze di chi, a seconda dell’ambito in cui opera, vuole ottenere un’anteprima della modellazione tridimensionale il più realistica possibile.
Tra i programmi più facili da utilizzare c’è sicuramente TinkerCAD, un software gratuito messo a disposizione dei meno esperti. Tuttavia, al giorno d’oggi, soprattutto chi lavora nel campo architettonico o in quello del cinema e del gaming ha la necessità di rendering sempre più avanzati e processabili in tempi brevi.
3D Studio Max, da questo punto di vista, è l’applicativo che risponde meglio al bisogno di alta qualità nella fase di riproduzione della realtà virtuale. Si tratta di un software che sfrutta la grafica vettoriale e che in tempi brevi elabora i modelli richiesti, consentendo di apportare modifiche e miglioramenti in corso d’opera.
Generalmente chi è interessato al rendering dovrebbe conoscere 3ds max e saperlo utilizzare, se vuoi imparare a lavorare con questo software puoi seguire il corso professionale di 3d studio max proposto da MAC Formazione.
In questo modo capirai anche che questo applicativo può essere utilizzato con altri motori di rendering per aumentarne maggiormente la resa. Per esempio, spesso è adoperato con altri software come V-ray, considerato fra l’altro il top di gamma per il rendering proprio per la sua compatibilità con diversi programmi, oltre che per le sue funzioni avanzate.
Con funzioni e strumenti potenti quanto V-ray un altro software ottimale è Corona Renderer, ma al momento è compatibile solo con 3D Studio Max e Cinema 4D. Di solito viene preferito perchè risulta più facile da imparare e perchè è meno dispendioso abbonarsi, rispetto ai prezzi di V-ray.
Se si lavora nel settore del design uno degli applicativi che è considerato leader nei rendering architettonici è Lumion adatto sia per progetti BIM che per progetti CAD, molto veloce e pratico. Inoltre, grazie ai suoi strumenti si possono sfruttare per il rendering proprio quei dettagli che più interessano ai progettisti di questo campo, dal modo in cui la luce si riflette al realismo dei materiali.
Una casa che si rispetti ha un soggiorno accogliente, confortevole e ben arredato. Trattandosi forse della stanza che più si vive in compagnia di amici e parenti ogni elemento deve essere considerato nei minimi particolari, ivi incluso anche il pavimento. Tra quelli più gettonati c’è il cotto, il gres, il marmo, ma anche la resina o il parquet noce. Vediamo insieme quali sono i consigli e le idee in termini di scelta.
Lo stile più in voga in questo momento è rappresentato da quello moderno. Si tratta di un design dalle linee minimali e semplici, per cui il pavimento più adatto è in ceramica o in gres porcellanato. In questo modo si conferisce alla stanza più luce, maggiore carattere, e si crea l’abbinamento perfetto con i colori tipici di questo stile (chiari, pastello come bianco e grigio tortora).
Per un soggiorno in stile contemporaneo, le forme e i colori sono gli elementi distintivi di tutta la stanza, quindi occhio al tipo di pavimento. In questo caso ci vuole un materiale che si abbini con estro e creatività al resto del design, come ad esempio il marmo o il pavimento a mosaico. Varia tra colori come panna, bianco e grigio. Per un soggiorno di contrasto opta per il pavimento nero.
La classicità di una stanza si disloca sicuramente su elementi tradizionali come quelli lignei. Questo vale per i mobili ma anche per il pavimento, che dovrebbe in prima battuta essere in parquet. A tal proposito tieni presente che in commercio trovi un’ampia gamma di modelli, tipologie e colori, per cui a seconda del budget e dell’atmosfera che intendi creare, ci vuole un acquisto ben ponderato.
Se non sei amante del parquet o hai paura di prediligere un pavimento per cui comunque ci vuole attenzione, allora ripiega la tua scelta sul marmo. Quest’ultimo pur avendo bisogno di maggiore cura, resta lucente, elegante ed accogliente con maggiore facilità rispetto al parquet.
Se sei una persona amante della natura, ci tieni al verde, alla terra e al rapporto che quest’ultima ha con l’uomo, allora devi poter ricreare la giusta atmosfera anche nel tuo soggiorno. In tale ultimo caso, il pavimento perfetto sarebbe in pietra naturale, così da creare luce e versatilità all’interno della stanza, per un soggiorno che pulluli di elementi della Terra. Tieni presente che oggi i pavimenti in pietra naturale stanno prendendo molta quota nelle case degli italiani, per cui in commercio trovi vari formati e colori. Opta per quello che meglio si adatta al resto della stanza.
Lo stile italiano è quello che maggiormente si predilige dalle nostre parti. Se non sai cosa vuol dire, esso si caratterizza per la classica posizione di divani (o poltrone), parete attrezzata, televisore e tavolino basso. Dato che ci sono tutti questi elementi d’arredo può sembrare che il pavimento debba seguire regole ben precise ma in vero non è così. Si tratta di un design versatile in cui si addice bene qualunque tipologia di pavimento, legno, ceramica e marmo.
In particolare la ceramica è forse quella più gettonata in quanto richiede poca attenzione, si deterge con facilità e resiste al tempo che passa. In commercio ne trovi di ogni genere e specie, ed anche i colori sono i più variegati, come verde, rosso o viola, e così via.
Se avete a disposizione uno spazio verde esterno rispetto alla vostra abitazione, il primo desiderio è quello di organizzarlo in modo tale da esaltare la natura, ma creando anche delle zone, magari, più adatte alla convivialità. Il giardino, infatti, può diventare un luogo di svago, ma anche di condivisione decisamente importante, in grado di donare un bel po’ di relax.
Certo, anche uno spazio esterno come questo deve, inevitabilmente, rispondere alle specifiche esigenze e preferenze di chi lo possiede. Insomma, il giardino deve essere espressione delle passioni, così come delle preferenze di chi ne è proprietario. Solamente in questo modo, quest’ultimo potrà sentirsi a suo agio nel momento in cui si trova in giardino, magari realizzando una splendida casetta in legno.
Uno dei fattori che fanno la differenza nel momento in cui si cerca di prendersi cura del proprio spazio verde è quello legato alla funzionalità. Per quanto bello dal punto di vista estetico possa essere un giardino, sarà impossibile sfruttarlo se poi non è in grado di rispondere alle proprie necessità.
Ecco spiegato il motivo per cui si dovrebbe sempre provare a considerare il giardino come una sorta di salotto all’aperto. Insomma, una porzione della nostra abitazione dedicata al relax e non solo, ma con delle funzioni ben precise.
Una delle prime domande che conviene farsi nel momento in cui si ha intenzione di organizzare o strutturare il proprio spazio verde in base alle proprie preferenze è quella relativa alla destinazione d’uso. Insomma, come sfrutterete il vostro giardino?
Ecco, in base alla risposta che vi siete dati, potrete organizzare lo spazio esterno al meglio secondo le vostre esigenze. Se considerate il giardino come uno spazio da vivere soprattutto in compagnia, organizzando giornate e serate da trascorrere all’aperto in compagnia di amici o parenti, allora il consiglio migliore da seguire è quello di realizzare una zona barbecue oppure una zona pranzo, in cui poter organizzare dei pasti spettacolari. Nel caso in cui, ad esempio, abbiate la passione della lettura, allora si può pensare di creare nello spazio verde un angolo destinato proprio a tale scopo, magari collocando una panchina in pietra o una piccola poltrona in vimini nei pressi di una casca da giardino.
Circondarsi della natura più incontaminata è molto bene, ma il proprio giardino deve, in ogni caso, mantenere un aspetto armonico ed equilibrato. Insomma, non è proprio fine avere una giungla al posto di uno spazio verde.
Ecco spiegato il motivo per cui si potrebbe pensare di usare delle bordure da giardino piuttosto che dei muretti per poter contenere la crescita di piante, ma anche di arbusti e di fiori. In questo modo, si potranno realizzare delle meravigliose fioriere e aiuole. Come si può facilmente intuire, c’è anche la possibilità di realizzare un orto bio: in questo caso, si consiglia sempre di integrarlo con un vialetto da giardino, che è decisamente facile e pratico nella posa, ma garantisce un alto livello di funzionalità e praticità, dal momento che, grazie ad esso, si evita di calpestare le varie piante presenti.
Spesso e volentieri, per le ragioni più disparate, c’è la volontà di godersi il proprio spazio verde nelle ore serali, andando alla ricerca di un po’ di relax. In questo senso, è fondamentale prestare la massima attenzione alla scelta dell’illuminazione apposita da giardino da scegliere per illuminare il proprio spazio verde.
In commercio c’è la possibilità di trovare un’ampia e variegata gamma di prodotti che si adattano a ogni esigenza, come ad esempio lampioncini, faretti oppure soluzioni da incasso, che vanno aggiunte all’interno della pavimentazione, piuttosto che nei muretti o nei vari passaggi che sono stati realizzati all’interno del giardino.
Quando le tapparelle non funzionano bene, solitamente si cerca di sistemare il problema da soli, nonostante la riparazione delle tapparelle sia un servizio che praticamente tutti i fabbri vicino Milano offrono anche a prezzi davvero bassi e convenienti. Certamente questo deriva dal fatto che alcuni dei problemi della tapparella sono effettivamente semplici da risolvere e che, alle volte, un blocco di una tapparella può essere sistemato senza nemmeno aprire il cassonetto posto in alto.
Ma non sempre si è così fortunati. Alle volte, i problemi con la tapparella possono richiedere soluzioni più complicate. Se si sta cercando una soluzione ad una tapparella guasta o bloccata, si può provare a seguire i passi di questa guida, sempre ammesso che si riesca ad individuare il problema. Prima di iniziare a smontare il cassonetto per vedere cosa sia successo, infatti, sarebbe opportuno accertarsi che il problema si trovi effettivamente in quel punto.
A seconda del problema della tapparella, questa potrebbe richiedere di intervenire in un punto diverso. Individuare dove potrebbe essere il problema ed agire miratamente per risolverlo è fondamentale per riuscire a far tornare a funzionare la tapparella come prima, ma non sempre è semplice. Per fortuna, anche se ci si sbaglia, non dovrebbe essere un problema: se si è stati attenti e si è proceduto con cautela, non individuare il guasto esatto comporterà soltanto un po’ di lavoro extra. Tuttavia, anche se si ritiene di aver capito cosa ci sia che non va, si consiglia sempre la massima attenzione: un errore durante la riparazione, infatti, potrebbe peggiorare nettamente la situazione o addirittura portarvi a ferirvi e farvi male.
Per individuare con successo il problema, la prima cosa che deve essere fatta è osservare attentamente la tapparella e cercare di ipotizzare il motivo del problema, basandosi anche su delle prove che possono essere messe in atto durante l’osservazione. Se la tapparella è bloccata, ad esempio, controllate come si comporta la cinghia e se, per caso, si riesce a capire se il blocco sia causato da qualcosa che impedisce al rullo di girare o da qualche altra causa. Solitamente, un blocco causato da un inceppamento del sistema, magari dovuto ad un corpo estraneo, non permette movimenti della tapparella, nemmeno minimi; nel caso di blocchi causati da altri fattori, invece, la tapparella potrebbe muoversi, anche se di poco.
A seconda del problema, che può essere evidente o meno, la soluzione può essere di facile attuazione oppure piuttosto complicata. Uno dei problemi più comuni, evidenti e semplici da risolvere è la rottura della cinghia della tapparella. Nei casi in cui questo si verifica ovviamente basta cambiare la cinghia che permette alla tapparella di alzarsi ed abbassarsi per far tornare la tapparella come nuova. Diverso è il caso in cui la cinghia, usurandosi, inizia a sfilacciarsi: i fili rovinati, con il tempo e l’utilizzo, potrebbero arrotolarsi ed incastrarsi nei meccanismi della tapparella, bloccandola, In questo caso non solo si dovrà cambiare la cinghia, ma anche assicurarsi di aver rimosso qualsiasi possibile residuo, in modo che la tapparella riprenda a funzionare normalmente.
Se la tapparella è bloccata perché durante l’apertura o la chiusura è fuoriuscita dai binari, la soluzione è semplicemente quella di riposizionarla nei binari di scorrimento. In questa situazione essere delicati e non mettere troppa forza è di assoluta importanza, altrimenti si rischia di creare danni ancora maggiori. Se non si riesce o non si è sicuri, è meglio contattare un fabbro o un tapparellista professionista.
In caso di rottura dei pomelli di fine corsa, la tapparella rientrerà nel cassettone e non sarà più possibile abbassarla. In casi come questi occorre smontare il cassettone ed accompagnare la tapparella con le mani, in modo che possa scendere normalmente. Questa operazione può anche essere fatta mentre si è da soli, ma di sicuro essere in compagnia semplifica di molto l’intervento. Una volta che la tapparella sarà scesa a mezza altezza, sarà possibile sostituire i vecchi pomelli con quelli nuovi, che possono essere acquistati da un qualsiasi ferramenta.
Ogni insegnante, docente o aspirante che è iscritto alle GPS, ossia Graduatorie Provinciali per le Supplenze, ha un punteggio con il quale si posiziona in graduatoria.
Il punteggio viene calcolato sulla base dell’esperienza pregressa nel campo dell’insegnamento, dai titoli di studio conseguiti e dalle specializzazioni ottenute e conseguite durante la propria carriera lavorativa e accademica.
Per far aumentare il punteggio è importante quindi una formazione continua seguendo dei corsi online con attestati, in quanto riconosciuti come punteggio, ma oltre a questo tali corsi serviranno per ampliare il proprio curriculum che sarà sempre aggiornato e per acquisire altre conoscenze.
Numerosi sono i portali che offrono una formazione per gli insegnanti, ma per trovare quelli più adatti al raggiungimento di competenze specifiche, bisognerà consultare i corsi online con attestati di Alteredu realizzati da esperti del settore creando specifici percorsi di apprendimento.
Sapere come vengono conteggiati i punti per la graduatoria è molto semplice: bisogna consultare la Tabella di Valutazione Titoli delle Graduatorie Provinciali GPS che viene aggiornata costantemente dal Ministero dell’Istruzione.
Qui si potranno leggere i punti che verranno assegnati per ogni titolo conseguito e posseduto (laurea, master, certificazioni varie).
L’ultimo aggiornamento della Tabella è stato fatto nel 2020 e resterà in vigore fino al 2022.
Le principali certificazioni e titoli che possono essere conseguiti al fine di ottenere più punteggio per la graduatoria sono:
Le Digital Skill sono semplicemente delle certificazioni sull’utilizzo del computer e su altri dispositivi elettronici.
Questi ultimi, ad oggi, sono fondamentali per l’insegnamento considerata la diffusione della DAD (Didattica a Distanza).
Ogni certificato conseguito corrisponde a 0.5 di punteggio ed è possibile acquisirne altri quattro differenti per un totale di 2 punti in GPS.
Il CLIL, ovvero il Content and Language Integrated Learning, prevede la formazione integrata su contenuti disciplinari in una lingua straniera veicolare.
Questo concetto si traduce in un insegnamento di determinate materie curriculari della scuola secondaria, in lingua straniera appunto.
Con questo corso si possono ottenere 3 punti in GPS se accompagnato da un certificato linguistico di livello B2.
Conoscere in maniera lineare e completa una lingua straniera europea, in particolar modo l’inglese, è la base sia dello studio che del lavoro.
Possedere tale certificazione è un requisito fondamentale per docenti e aspiranti docenti; infatti come abbiamo visto poco sopra il livello B2 conferisce 3 punti in GPS, il C1, 4 punti e il C2, 6 punti.
Un Master di primo livello conferisce ben 60 crediti formativi e viene valutato 1 punto in Graduatorie GPS.
A differenza di quanto si possa pensare, il corso di perfezionamento è rivolto non solo ai laureati ma anche ai diplomati; anche in questo caso viene riconosciuto 1 punto sulla graduatoria GPS.
I crediti formativi necessari per accedere al Concorso Scuola per l’insegnamento nelle scuole medie e superiori sono 24, tale numero è inoltre un requisito fondamentale per accedere alle Graduatorie Provinciali.
La certificazione che viene erogata è riconosciuta dal MIUR ed è valida ai fini di un concorso.
I corsi online con attestati si svolgono interamente su piattaforme web a distanza e quindi è possibile seguirli in qualsiasi momento della giornata.
Anche chi sta già lavorando o si trova in smart working può partecipare in modalità telematica e viene fornito sempre un servizio di consulenza e orientamento.
In questa fase verranno fornite tutte le informazioni necessarie sul corso e si potranno ricevere risposte su eventuali dubbi e perplessità; inoltre, gli esami finali si svolgono online e il pagamento può essere comodamente rateizzato.
Risulta chiaro che i corsi online con attestati sono fondamentali per ampliare il proprio curriculum e le proprie conoscenze, ma anche per ottenere più punteggio nelle Graduatorie Provinciali.
Inoltre, rappresentano un ottimo sistema per seguirli quando più si desidera, comodamente da casa propria.
Il mondo del lavoro è in forte evoluzione e tutti quelli strettamente legati al settore digital e al marketing sono sempre più richiesti; come farsi notare però? L’importante è specializzarsi e per questo motivo consigliamo di intraprendere un percorso di studi che appassioni ma legarci poi un approfondimento mirato per colpire un target specifico. È il caso del lavoro del regista che tra i diversi sbocchi ha quello di specializzarsi in moda realizzando fashion film. I fashion film sono sempre più di tendenza, si tratta di prodotti video della lunghezza tra 1 e 5 minuti che hanno lo scopo di lanciare un brand, un prodotto o una collezione in modo innovativo. Ad occuparsi di fashion film anche massimofalsetta.com che come professionista potrà guidare il tuo brand al successo, attraverso la realizzazione di spot efficaci e coinvolgenti.
Il fashion film diventa un ottimo strumento di marketing alternativo al classico spot; si tratta di un vero e proprio video della durata tra gli 1 e i 5 minuti che riesce a raccontare una storia emozionando. Si tratta di un filmato in grado di coinvolgere più sensi facendo leva sulle emozioni. Il fashion film è un lampante esempio di come si possa utilizzare lo storytelling nel mondo del marketing. Tra i lati più importanti e caratteristici di un fashion film c’è la scenografia che ha il compito di rafforzare la storia vista; il pubblico è sempre più esperto ed attento: per questo motivo il mondo pubblicitario ha bisogno di creatività.
Nei fashion film ci si discosta molto dal tema della pubblicità tradizionale, si tratta infatti di un prodotto estremamente creativo curato a 360 gradi da un regista specializzato. L’obiettivo non è solo quello di mostrare un prodotto commerciale ma anche di emozionare, fare in modo che i valori del brand siano trasmessi e soprattutto lasciare il segno. Il fashion film è lo strumento che avvicina lo spettatore; l’obiettivo è fare in modo che la moda sia un po’ più vicina al cliente finale. Nel mondo della storia dei fashion film abbiamo visto tantissime creazioni come quella di Almodovar dedicata ai jeans di Gaultier per Kika nel ’93 agli abiti di Chanel in Tonight or Never del ’31. Ma si tratta solo di alcuni esempi, il legame tra moda e cinema continua nel tempo rafforzandosi sempre più anche con pellicole importanti diventate celebri come Il Diavolo Veste Prada.
Per prima cosa ci deve essere una storia, è quindi essenziale il copione e una sceneggiatura che possa narrare un fatto e non solo presentare un prodotto commerciale. Poi è importante che chi viene coinvolto sia un vero professionista: fare casting di attori e modelli diventa essenziale. Il regista è una figura fondamentale in tutte le fasi: non si limita solamente a girare ma è anche colui che crea una storia, si occupa a 360 gradi del prodotto sia nella fase dell’ideazione che della realizzazione e della post produzione. Di rilevanza poi anche l’aspetto musicale, è importante non solo evidenziare i dialoghi ma anche utilizzare un sottofondo musicale coerente.
Il tema è talmente importante che semplicemente pensando al Fashion Film Festival di Milano si possono notare come tantissimi nomi, esordienti e non, partecipino per raccontare la propria professione e i propri talenti. Nell’ultima edizione ha trionfato Le Mythe Dior di Matteo Garrone che ha permesso di raccontare l’originalità e la creatività della collezione della maison francese. Tra gli emergenti invece trionfa Ced Pakusevskij che con il titolo di Embodiment per Barbara Bologna conquista il titolo di miglior fashion film esordiente.