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Marketing per architetti: strategie e consigli su come trovare clienti

Che tu abbia una piccola azienda appena avviata o che stai cercando di far crescere la tua azienda consolidata, il marketing gioca un ruolo cruciale nel successo di ogni attività di architetto. Sviluppare una strategia di marketing ben ponderata è fondamentale per attirare nuovi clienti e stabilire una solida reputazione nel settore.

Tuttavia, molti studi di architetto ritengono che il marketing sia un compito impegnativo e confuso. Per coloro che non hanno familiarità con i dettagli del marketing digitale, la quantità infinita di informazioni disponibili può sembrare travolgente.

Se ti stai chiedendo come trovare clienti, questo post ti spiegherà le principali strategie di marketing per architetti che possono aiutarti ad acquisirne di più. E alla fine sarai in grado di applicare con successo queste tattiche al tuo studio di architetto.

Strategie di marketing per architetti

Negli ultimi sette anni c’è stato un enorme aumento nell’adozione del marketing digitale da parte degli studi di architetto. Tuttavia, ci sono molte idee di marketing per architetti, che non ti permettono di sapere da dove cominciare.

È importante prendersi il tempo necessario per creare un piano in linea con le esigenze, gli obiettivi e il pubblico di destinazione specifici della propria azienda. Sapere da dove iniziare e mettere insieme un solido piano di marketing è la chiave per attirare più clienti.

Mentre ogni studio di architetto svilupperà il proprio piano di marketing unico composto da varie strategie, ecco diverse strategie che devi conoscere per creare un efficace piano di marketing per architetti online.

Sfrutta i migliori strumenti di marketing presenti online

Nel panorama digitale odierno, sfruttare i migliori strumenti di marketing online è fondamentale per un architetto che desidera ampliare la propria clientela. Tra i tool più efficaci vi sono le piattaforme di social media come Instagram e LinkedIn, dove è possibile mostrare il proprio portfolio, condividere progetti in corso e interagire con potenziali clienti e colleghi. Strumenti come Canva permettono di creare contenuti visivi accattivanti, essenziali per attirare l’attenzione su progetti unici e innovativi. Inoltre, l’utilizzo di Google My Business può migliorare la visibilità locale, facilitando il contatto diretto con clienti nella propria area geografica. L’email marketing, gestito tramite piattaforme come Mailchimp, consente di mantenere un contatto costante e personalizzato con i propri clienti, aggiornandoli su nuovi progetti e offerte speciali. Infine, l’analisi dei dati attraverso Google Analytics permette di monitorare l’efficacia delle proprie strategie di marketing e di adattarle in base ai risultati ottenuti, garantendo un approccio sempre più mirato e efficiente. Utilizzare questi strumenti in modo strategico può fare la differenza nel posizionarsi come leader nel proprio settore. Man mano che diventerai sempre più competente e capace, potrai iniziare ad utilizzare strumenti di marketing sempre più completi e avanzati. Seguendo la newsletter ed il sito web di Ultimate Tools ad esempio, avrai modo di scoprire sempre nuovi software e piattaforme di digital marketing. La directory raccoglie centinaia di siti web e tools da scoprire e utilizzare all’interno delle tue campagne di marketing.

Marketing sui social media

Il marketing sui social media per gli architetti prevede lo sfruttamento di piattaforme come Facebook, Instagram, YouTube e LinkedIn. Ogni piattaforma di social media offre funzionalità uniche che possono o meno essere in linea con le esigenze della tua azienda, a seconda del tempo a disposizione per ottenere un seguito.

Queste piattaforme vengono generalmente utilizzate per mostrare visivamente progetti architettonici e interagire con il pubblico attraverso commenti e discussioni.

Tuttavia, è fondamentale dare priorità ai contenuti che risuonano con il tuo pubblico. Concentrarsi sulla creazione di materiale che risponda alle preoccupazioni dei tuoi potenziali clienti e fornisca loro informazioni privilegiate dovrebbe essere una priorità assoluta.

Inoltre, un branding coerente rafforza l’identità dell’azienda, mentre gli scorci dietro le quinte del processo di progettazione creano trasparenza e interesse. L’applicazione di hashtag e il coinvolgimento della community aiutano ad espandere la portata e le collaborazioni con altri professionisti, mentre l’analisi dei dati fornisce informazioni preziose per migliorare la strategia di marketing e attirare potenziali clienti.

L’obiettivo dell’utilizzo delle piattaforme di social media è creare contenuti personalizzati su diversi canali. Gli ottimi social media aumentano il coinvolgimento, migliorano la consapevolezza del marchio e, in definitiva, portano a garantire nuovi progetti.

Email marketing e newsletter

L’email marketing e le newsletter possono essere strumenti preziosi per gli architetti per comunicare in modo efficace con il proprio pubblico. In primo luogo, gli architetti possono creare un elenco di posta elettronica raccogliendo informazioni di contatto da visitatori del sito Web, clienti e contatti del settore.

Possono quindi utilizzare questi elenchi di posta elettronica per inviare newsletter periodiche contenenti aggiornamenti su progetti in corso, progetti completati ed eventuali approfondimenti o tendenze architettoniche.

Questo approccio di marketing promuove e alimenta le relazioni esistenti con i clienti, garantendo che il tuo studio di architetto rimanga al primo posto per loro.

Costruisci un sito web impressionante

Per creare un sito Web impressionante, concentrati su un design pulito e visivamente accattivante che rifletta l’identità unica della tua azienda e metta in risalto il tuo portfolio.

Ottimizza il sito web per una facile navigazione, assicurando che i potenziali clienti trovino le informazioni essenziali senza sforzo. Utilizza immagini e video di alta qualità per mostrare i tuoi progetti architettonici, enfatizzando il processo di progettazione e i lavori completati.

Costruisci il tuo portafoglio  

Un portfolio funge da piattaforma per esporre il tuo lavoro migliore, che puoi presentare a potenziali datori di lavoro o clienti. Offre una rappresentazione autentica della tua abilità architettonica, della filosofia di design, della competenza tecnica e della progressione della tua carriera nel tempo.

Per costruire un portfolio impressionante come architetto, inizia selezionando attentamente una gamma diversificata dei tuoi progetti migliori e più rilevanti che mettono in mostra le tue capacità, competenze e stile di design.

Includi immagini di alta qualità, descrizioni dettagliate del progetto ed eventuali sfide o soluzioni degne di nota incontrate durante il processo di progettazione e costruzione.

Sfrutta le nuove tecnologie

Le nuove tecnologie svolgono un ruolo fondamentale nel campo dell’architettura, offrendo agli architetti diversi vantaggi e opportunità. L’integrazione di tecnologie all’avanguardia consente agli architetti di migliorare le proprie capacità di progettazione, semplificare i processi di pianificazione e costruzione e creare strutture più sostenibili e innovative.

Gli strumenti avanzati di modellazione 3D, realtà virtuale (VR) e Building Information Modeling (BIM) consentono agli architetti di visualizzare i progetti in modo più coinvolgente e accurato, favorendo una migliore comunicazione con clienti e parti interessate.

Queste tecnologie all’avanguardia vengono sempre più utilizzate da numerose aziende per commercializzare i propri servizi. Queste innovazioni sono ancora relativamente nuove, il che le rende estremamente impressionanti per la maggior parte dei clienti.

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Conto deposito: cos’è e come funziona

Il conto deposito è un particolare tipo di conto bancario, al quale solitamente viene associato un conto corrente di appoggio.

Il suo scopo è quello di accantonare (appunto mettere in deposito) una quantità di soldi e guadagnare un surplus tramite gli interessi che fruttano, portando ad un guadagno.

Si tratta di un mezzo di investimento e risparmio semplice da utilizzare ma non privo di rischi e obblighi. Consultando questa guida si potranno conoscere meglio tutte le info e capire come muoversi per attivare un nuovo conto deposito.

Il contratto di conto deposito

Il conto deposito prevede la firma e la compilazione di un contratto. Una serie di regole, obblighi, costi e diritti sanciti tra banca e risparmiatore secondo le leggi vigenti.

Alcuni dati contenuti nel contratto sono: tasso di interesse annuo lordo, criterio di calcolo degli interessi, spese di apertura e chiusura, produzione di rendiconto, addebito imposta di bollo, spese di versamento e prelevamento, data disponibilità per bonifici di ingresso, valuta di accredito anche da altre banche, valute di addebito, eccetera.

I dati sono tanti ed è importante conservare il contratto di apertura del conto deposito. Come abbiamo detto si tratta di un prodotto finanziario di media difficoltà.

Condizioni di apertura del conto deposito

L’apertura di un conto deposito non è difficile, richiede sicuramente dei soldi iniziare da vincolare, aggiungere successivamente oppure rendere fissi. La banca chiederà questi dati: codice fiscale, documento di identità, un conto corrente tradizionale di appoggio, sarà utile per il versamento degli interessi oppure per svincolare i soldi versati al momento della chiusura o alla fine naturale del contratto.

Ogni conto deposito ha un rendimento effettivo indicato e anche delle spese, quindi considerate bene i soldi che inserite e ciò che verrà applicato tra entrate e uscite. Nel contratto vengono sempre indicati questi dati: tasso di interesse, logica di capitalizzazione, spese, tasso effettivo.

Alcune banche che offrono conti deposito

Non tutte le banche offrono la possibilità di aprire un conto deposito. Di seguito ecco tre realtà finanziarie importanti per aprirne uno in Italia.

Santander offre ioPosso e ioScelgo, due soluzioni di conto deposito, una vincolato e l’altro conto libero. Convenienti e per tutte le tasche, Santander è una banca spagnola conosciuta a livello internazionale ed i tassi offerti variano a seconda dei tassi BCE. Per maggiori dettagli si può contattare il loro servizio clienti per conoscere tutte le info e farsi risolvere eventuali dubbi.

Conto Arancio è un brand decisamente importante che offre diverse soluzioni di risparmio e rendimento. Il principale conto deposito proposto ha zero spese e dura 12 mesi. Può essere gestito anche da mobile, non ha vincoli complessi e per maggiori dettagli si consiglia di consultare questa pagina.

Banca IFIS offre tre tipi di conto deposito Rendimax con tasso annuo lordo, si chiamano libero, like e vincolato. Tre strumenti di investimento e risparmio completi, dove è importante leggere condizioni e informazioni base disponibili a questo link. Il conto vincolato richiede base minima di 1000 euro.

Differenza tra conto vincolato e libero

Nella guida abbiamo spesso parlato di soldi vincolati e non vincolati per il conto deposito. Significa che il risparmiatore può scegliere tra due tipi di conto risparmio investimento.

  • Il conto vincolato può essere temporale o legato ai dati di crescita secondo gli interessi fruttiferi applicati. Quindi, finché non scade il vincolo o non raggiunge una certa somma, il conto deposito non può essere toccato per prelevare fondi.
  • I conti depositi liberi invece permettono, con dei limiti, di prelevare ma soprattutto di versare.
  • I conti vincolati flessibili che dovrebbero permettere di versare, in molti casi è possibile. Alcune banche invece tendono a offrire dei conti fermi sicuri della crescita e del prodotto offerto secondo una strategia studiata da esperti e analisti.

Tutti i rischi di un conto deposito

Il conto deposito è uno strumento di risparmio e investimento semplice ma con obblighi e rischi. Partiamo dal vincolo, il conto deposito necessita di un conto corrente collegato e una quantità di soldi minima per l’applicazione degli interessi che coprono parte delle spese finanziarie legate a questo prodotto bancario.

Le banche indicano sempre alcuni rischi, partendo dal fallimento dell’istituto, cosa succede in questo caso? Si corre il rischio che la banca non possa tenere fede agli obblighi contrattuali, quindi non ha la possibilità di restituire i soldi cin caso di fallimento della banca.

Esiste un sistema obbligatorio di garanzia, uno strumento creato dalla Comunità Europea, il fondo interbancario di tutela dei depositi. Altro elemento di rischio, se il conto è vincolato non è semplice poter recedere dal contratto per poter utilizzare i soldi.

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Richiedere e attivare carta Mooney

Mooney di Sisal Pay è arrivata come nuova carta prepagata in questi anni. Risponde all’esigenza di utenti non spaventati dai pagamenti digitali ad avere uno strumento finanziario intuitivo e smart.

La carta prepagata Mooney consente di fare molte cose, anche importanti, ad esempio richiedere l’accredito dello stipendio oppure pagare le bollette.

Ecco di seguito nel dettaglio le principali caratteristiche, come attivarla ed i costi della carta Mooney.

Caratteristica principale e funzioni di Mooney

Carta prepagata significa che può essere ricaricata da Pos abilitato oppure dal tabaccaio. Essendo una carta con Iban può essere utilizzata per risparmiare fondi e anche ricevere o fare bonifici, per questo è utilizzata da lavoratori e anche professionisti o imprenditori per i pagamenti. Vediamo in breve, tutte le funzioni di Mooney.

  • Mooney consente di effettuare pagamenti online in tutti gli esercizi commerciali convenzionati Visa.
  • La carta prepagata ha l’Iban, quindi può disporre bonifici o riceverne. Per questo, al posto del conto corrente normale, la prepagata viene utilizzata per farsi accreditare lo stipendio.
  • Per prelevare soldi, si possono utilizzare tutti gli sportelli ATM convenzionati Visa. Fino al 31 marzo 2022, si poteva prelevare gratuitamente anche presso gli sportelli di Intesa Sanpaolo.
  • La gestione della carta Mooney è semplice, dietro questa carta una piattaforma e-banking MyMooney che è anche un’app. Permette di vedere il credito residuo (saldo), gli ultimi movimenti. Mette a disposizione dei servizi per le ricariche telefoniche e gli acquisti online.

Requisiti per richiedere la carta Mooney

Per richiedere la carta Mooney bisogna essere maggiorenni, quindi se la prepagata è per componenti famigliari sotto i diciotto anni non è possibile farla oppure bisogna informarsi bene. Per loro esistono prepagate dedicate ai giovani.

Secondo requisito importante: documento di identità valido e con scadenza non inferiore ai tre mesi. In più, bisogna avere con sé la tessera sanitaria con codice fiscale. Altro elemento richiesto, la residenza e il domicilio in Italia. L’operatore chiederà anche un cellulare con accesso a Internet e numero italiano. Questo perché, l’attivazione richiede alcuni semplici passaggi via smartphone.

Ultima informazione importantissima: un soggetto può essere intestatario di una sola carta Mooney, quindi se ne avete già una non potete chiederne un’altra. Non può essere cointestata con altre persone.

Richiedere a attivare Mooney: istruzioni

La richiesta e attivazione della carta prepagata Mooney prevede alcuni passaggi, le informazioni prima saranno importanti e scopriamo subito il perché.

Esistono sono due diverse attivazioni: richiesta tramite app o tramite punto vendita, per qualsiasi dubbio si consiglia di contattare il servizio clienti e chiedere direttamente info ad un addetto di Mooney.

Nel caso di richiesta tramite app, la carta da attivare verrà ricevuta a casa entro sette giorni lavorativi, previo riconoscimento da effettuare tramite applicazione.

Nel caso di richiesta in una sede fisica, basterà cercare uno dei punti vendita Mooney nella propria città tramite questo strumento. Quando ci si reca nel punto Mooney bisogna portare: carta di identità valido, tessera sanitaria con codice fiscale, smartphone con collegamento ad Internet e, in particolare, all’app Mooney.

Se la carta è stata richiesta in un punto vendita, per utilizzarla fin da subito sarà sufficiente una ricarica da 10 a massimo 150 euro. Nelle istruzioni troverete i massimali giornalieri per prelievi e depositi come per tutte le prepagate. Se per qualsiasi problematica si vuole recedere, Mooney permette di farlo in qualsiasi momento. Si può scaricare il modulo di recesso da qui e spedirlo via raccomandata secondo le istruzioni dell’articolo indicato.

Due attivazioni diverse e il canone annuo

Per attivazioni in sede Mooney, le ricariche successive si potranno fare dopo aver ricevuto SMS da parti di Mooney. Arriverà entro tre giorni dalla prima ricarica e attivazione. Permetterà di visualizzare anche il codice Iban.

Invece, se la richiesta della carta è avvenuta tramite app, come detto l’attivazione avviene in maniera diversa. Bisogna utilizzare il codice utente che si trova dietro la carta. Nell’app Mooney si deve cliccare su ‘Attiva carta’ e quindi bisogna inserire il codice ricevuto di nove cifre.

Ricordiamo che la carta Mooney ha un costo che è di 10 euro di canone annuo che viene addebitato direttamente sul conto partendo dalla settimana di attivazione.

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Trading con criptovalute, come iniziare? I passaggi da seguire

Non c’è dubbio che, negli ultimi anni, il trading online abbia ottenuto uno sviluppo fondamentale, determinato soprattutto dalla grande quantità di misure e di indici che possono essere presi in considerazione da parte di un utente e potenziale trainer. Ovviamente, per quanto esistano numerosi asset che possono essere oggetto di considerazione, tantissimi utenti hanno sviluppato una grande attrazione nei confronti delle criptovalute, uno strumento finanziario particolarmente amato per le sue caratteristiche e per le grandi potenzialità di queste monete virtuali, che hanno sicuramente rivoluzionato il mercato finanziario dal punto di vista economico, sociale e politico. Ovviamente, emergere nel mercato delle criptovalute non è semplice dal momento che bisogna prendere in considerazione una serie di aspetti che sono relativi soprattutto a come iniziare con questa tipologia di mercato. Per questo motivo, si vuole offrire una panoramica relativa a quali sono tutti i passi da seguire per iniziare a fare trading di criptovalute e per emergere all’interno di un mercato sicuramente non semplice come si può superficialmente credere.

Caratteristiche delle criptovalute da conoscere

il primo passo da seguire, qualora si voglia iniziare a fare trading con le criptovalute, è cercare di comprendere quali siano le caratteristiche di queste monete virtuali. Ovviamente, tutti hanno un’infarinatura basica di che cosa siano le criptovalute, soprattutto per quel che concerne il loro valore, oltre che a proposito delle criptovalute più famose come il Bitcoin. Tuttavia, si tratta di conoscenze scarse, dal momento che le criptovalute sono strumenti finanziari molto complessi, talvolta anche più di azioni o commodities, in virtù del fatto che risentono particolarmente di alcune realtà che avvengono dal punto di vista informativo, sociale o politico. La caratteristica fondamentale delle criptovalute da conoscere è la volatilità, dunque bisogna comportarsi sempre in modo da prevedere, o cercare di essere pronti, tutte le eventualità positive e negative del caso. Solo a seguito di una grande conoscenza del mercato delle criptovalute si potrà iniziare ad investire.

Scelta della piattaforma di trading per criptovalute

Dopo aver conosciuto nel dettaglio tutto ciò che c’è da sapere a proposito delle criptovalute e del mercato delle monete virtuali, si potrà procedere con una scelta tecnica, che riguarda la piattaforma online di riferimento, che servirà come base per effettuare le proprie transazioni. Esistono, sul web, numerosi siti che permettono non soltanto di accogliere i propri investimenti, ma anche di offrire strumenti finanziari utili affinché le proprie transazioni vadano a buon fine. Ad esempio, grazie ad Alfa Advisor di Trading Millimetrico sarà possibile ricevere tutta una vasta gamma di strumenti e misure finanziarie tali da generare un grande profitto con le criptovalute. 

In generale, la piattaforma di riferimento nell’ambito del trading di criptovalute va scelta sempre sulla base di tutte le caratteristiche che può offrire, non soltanto dal punto di vista prettamente economico, ma anche e soprattutto per quel che concerne strumenti informativi ed economici a cui fare riferimento quando si investe e quando si mette a segno una determinata transazione.

Creare un portafoglio virtuale

L’ultimo passaggio particolarmente importante e concreto, da rispettare assolutamente se si vuole iniziare a fare trading di criptovalute, riguarda l’apertura di un portafoglio virtuale, anche detto wallet, all’interno del quale dovranno essere incluse tutte le criptovalute che si acquistano. Bisogna pensare che il mercato delle criptovalute non si lega necessariamente ad un solo investimento o ad una moneta virtuale, ma risulta essere molto ampio nelle sue caratteristiche e nelle sue definizioni, soprattutto per quel che concerne l’enorme possibilità che ogni trader ha nello scegliere le criptovalute di riferimento. 

Per questo motivo, un portafoglio virtuale è importante per quel che concerne la capacità di contenere criptovalute, le dimensioni del portafoglio stesso, di possibili movimenti consentiti, il collegamento con circuiti bancari o postali e tante altre specifiche. Investire nelle criptovalute, dunque, dovrà avvenire solo ed esclusivamente a seguito di una serie di ricerche e di informazioni che sono fondamentali, nell’ambito del processo di crescita affinché si possa diventare investitori non per caso o per gioco, ma per una vera e propria condotta professionale.

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Divorzio: quando si può richiedere un risarcimento danni?

Fra le cause civili, molto spesso le situazioni più spiacevoli e pesanti sono generate dalle cause di divorzio. In qualche caso, le parti raggiungono accordi amichevoli, cosa che sarebbe sempre auspicabile fra persone che hanno condiviso una parte della propria vita; ma in molto casi è propria questa intimità, che nel tempo si è logorata fino a spezzarsi, che crea rancori, i quali non permettono di agire lucidamente. Infatti, spesso i rapporti fra ex coniugi sono così deteriorati che si assiste a uno scontro muro contro muro, in cui le rispettive rivendicazioni sono in netto contrasto.

In molti casi, una delle parti richiede all’altra anche un risarcimento danni: sebbene il suo stato emotivo lo metta nelle condizioni di essere assolutamente convinto di averne diritto, questo alla legge non basta; è necessario capire se e quando questa richiesta è giustificata. In questo articolo, daremo qualche piccola e parziale indicazione, fermo restando la necessità di rivolgersi a un avvocato Torino serio e specializzato nel campo.

Norme generali del risarcimento danni

Innanzitutto, cerchiamo di definire in linea generale quando si ha diritto a un risarcimento danni. Queste linee generali valgono in ogni caso e, quindi, anche nella cause di divorzio. Sembrerà di dire una banalità, ma occorre che un danno ci sia effettivamente stato. Nel caso di danni materiali o patrimoniali, la cosa è facilmente testimoniabile, dimostrabile e non ha bisogno di prove ulteriori; semmai, si potrà discutere sull’entità del danno. Nel caso invece dei danni morali, quelli frequentemente reclamati nelle cause di divorzio, la dimostrazione è più laboriosa e complicata.

In linea di massima, il danno morale può essere definito come la somma delle sofferenze psicologiche del richiedente, subite a causa del comportamento più o meno reiterato dell’accusato; a queste si aggiungono le eventuali ripercussioni sulla sua salute fisica, derivanti dai comportamenti che vengono contestati alla controparte. Ma non tutte le tipologie di danno o comportamento possono dare adito a una richiesta di risarcimento danno morale che possa avere successo: in questi casi, un legale serio ed esperto saprà consigliare il miglior modo di procedere.

In ogni caso, la parte richiedente si deve accollare il cosiddetto onere probatorio, cioè deve dimostrare l’esistenza del danno, delle conseguenze negative sulla propria salute psicologica (o eventualmente anche fisica) e delle limitazioni alle proprie libertà costituzionali derivate da tale danno. In secondo luogo, specificamente per le cause di divorzio, deve essersi verificato un comportamento scorretto o illegittimo da parte di uno dei due coniugi. In ultimo, occorre dimostrare la correlazione causale fra il comportamento e il danno, cioè il primo deve aver provocato il secondo.

Relazioni extra-coniugali e risarcimento danni

Si parla molto spesso di richieste di risarcimento danni in cause di divorzio, la cui motivazione principale sia l’infedeltà di uno dei due coniugi: ci troviamo, quindi, in presenza di vere o presunte relazioni extra-coniugali. Se la relazione al di fuori del matrimonio viene accertata, l’altro coniuge ha diritto a un risarcimento danni al di là dell’assegno di mantenimento e degli altri corrispettivi prescritti dalla legge? La risposta non è semplice né univoca.

Possiamo dire che, negli ultimi anni, la presenza di relazioni extra-coniugali è stata motivazione di concessione di risarcimento, ma non in maniera automatica. Certo, per il coniuge tradito, solo il fatto di veder spezzare quel legame di fiducia o il dolore di aver creduto a bugie reiterate, può essere considerato un danno morale di rilievo. In realtà, però, non basta che il coniuge sia stato infedele, ma questa sua condotta deve anche aver comportato gravi problemi e lesioni delle libertà fondamentali all’altro coniuge, il tutto da determinarsi in fase processuale.

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Come gestire I propri social in modo professionale

Ormai, la tecnologia è parte integrante della nostra vita. La routine di ognuno di noi è influenzata, quantomeno minimamente, dai dispositivi e dai canali di comunicazione messi a disposizione dal progresso. Essa si è insinuata in maniera particolarmente radicata in ogni branca della società moderna, andando a condizionare anche il mercato lavorativo, a prescindere dalla branca presa in esame. Possiamo, sicuramente, affermare che, il suo avanzamento, abbia caratterizzato per moltissimi uno spunto importante per fare carriera.

Grazie alla conversione digitale dei vari business, infatti, è stato possibile creare nuovi posti di lavoro e spostare l’economia su un piano tutto nuovo che, per quanto mutevole, si rivela stimolante e producente per le aziende che, attraverso di esso, hanno modo di rinnovare costantemente la propria offerta di beni e servizi, adattandola sempre di più alle esigenze di un cliente idealtipico particolarmente fedele ai reali acquirenti.

Ecco, dunque, che i clienti si trasformano in utenti e le company di maggior successo cominciano a puntare sempre di più sulla tecnologia e, in particolare, sui social network. È ben noto, ormai, che, se usati in maniera consapevole e professionale, i social network diano alle aziende la possibilità di distinguersi e creare un afflusso clientelare maggiore, rendendosi competitive nel loro settore. Ovviamente, usare i social adeguatamente non è semplice. Per questo, abbiamo stilato una guida pratica che racchiude alcuni punti importanti di questa strategia di marketing.

Raccontare l’azienda

Uno degli aspetti fondamentali delle campagne social più efficaci riguarda la trasparenza con cui si riportano le intenzioni e la storia dell’azienda agli occhi del pubblico di massa. I social network permettono, infatti, alle company di essere trasparenti coi clienti (un requisito molto importante nel mercato odierno), rendendosi fautrici di veri e propri racconti di cui, di fatto, sono anche le protagoniste. Ovviamente, l’obiettivo di questa tattica è quello di promuovere i beni o i servizi messi a disposizione dall’azienda. Per questa ragione, è molto importante non perdere di vista l’obiettivo e comprendere che, di fatto, ogni parola conti, focalizzandosi sull’aspetto interattivo del racconto, in modo tale che esso generi traffico attraverso condivisioni, commenti e interazioni in generale.

Parlare direttamente con i clienti

I social network sono in grado di intercettare e raccogliere dati in quantità immense. Leggere gli insights, quindi, può permettere alle aziende di definire in maniera accurata il proprio target di clienti e, di conseguenza, sviluppare le sue proposte, sia in termini pubblicitari che diretti, in maniera più immediata. Rispettare le tendenze sui social network è la chiave per il successo di un’azienda su queste piattaforme. Al di là di questo, però, per un business è fondamentale, essendo possibile, monitorare e interagire direttamente con le chat e nelle sezioni commenti dei propri post, in modo da sviluppare un rapporto di connessione ancor più forte con gli utenti.

Rivolgersi a degli esperti

La gestione dei social ai fini di marketing non è un’impresa facile. Gli account vanno monitorati e i contenuti devono essere creati e organizzati in modo da rispettare le sopracitate tendenze. Per questo motivo, moltissimi business decidono di affidare i propri canali social a delle agenzie esperte di settore come iris comunicazione. Si tratta, del resto, della soluzione ideale per essere sicuri che le proprie campagne social raggiungano gli obiettivi sperati. Con l’ausilio dei professionisti, del resto, un’impresa ha modo di affacciarsi al suo pubblico ideale, concentrandosi su determinati social piuttosto che altri. Non sempre, infatti, aggredire il mercato su tutti i fronti può rivelarsi efficace, mentre, concentrarsi sulla piattaforma dove, di fatto, il proprio target di riferimento è più attivo, rappresenta l’opzione migliore per salvare tempo e massimizzare i risultati.

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Come sapere quando c’è da fare manutenzione ad un ascensore

Possedere un ascensore nel proprio condominio o nel grattacielo di un’azienda aumenta automaticamente il valore dello stabile. Ovviamente, impianti d’elevazione del genere necessitano di tutta una serie di accorgimenti e di cure di manutenzione che non possono essere assolutamente trascurate se si vuole garantire un funzionamento corretto degli impianti in qualsiasi circostanza.

Gli ascensori, del resto, trovano spazio anche negli ospedali e in realtà in cui non si può mettere il loro funzionamento a rischio poiché, questo, comporterebbe diverse conseguenze, anche gravi, sui proprietari e, talvolta, su chi li utilizzava durante il guasto. Insomma, se esiste una normativa in fatto di manutenzione degli ascensori, significa che, rispettandola, si eviteranno non pochi problemi, anche particolarmente cavillosi.

Al di là della manutenzione preventiva, poi, ci sono, ovviamente, tutti gli interventi straordinari che interessano gli impianti di elevazione in presenza di problematiche di sorta relative alle loro prestazioni. Eseguire la manutenzione preventiva e conservativa dell’ascensore permette a quest’ultimo di funzionare bene più a lungo, evitando dispendi economici o inconvenienti causati dall’incuria. In questa guida scopriremo cosa sapere riguardo la manutenzione dell’ascensore; quando farla e perché.

Manutenzione degli ascensori: la norma vigente

In linea generale, la manutenzione ordinaria dell’impianto andrebbe effettuata annualmente, al fine di prevenire eventuali guasti. Al di là di questo, la legge che regola la manutenzione dell’ascensore e che stabilisce la frequenza minima degli interventi, oltre ai criteri tecnici che vanno rispettati in questa fase si riferisce all’articolo 15 del D.P.R. 162/99. Al di là di questo, troviamo, poi, le norme armonizzate UNI EN 81-20 e UNI EN 81-250.

Stando alla normativa, essa prevede due tipologie di manutenzione. La prima, quella preventiva, si pianifica in base all’impianto e consiste nella pulizia e nella lubrificazione dei componenti dell’ascensore. Abbiamo, poi, la manutenzione periodica, utile a verificare l’integrità e l’efficienza dell’intero impianto. Dovrà essere il manutentore a verificare la sicurezza dell’impianto. In linea generale, queste pratiche andrebbero effettuate almeno una volta ogni 6 mesi, specie se l’impianto è datato.

Ovviamente, tutto può cambiare in funzione delle esigenze fattive dell’impianto. Non tutti gli ascensori richiedono tutte queste attenzioni, specie quando si trovano ai primi anni di attività. È importante, dunque, concentrarsi sulla propria situazione specifica, tentando di individuare eventuali malfunzionamenti che ci spingano a rivolgerci ad un tecnico manutentore in maniera anticipata o con cadenza più regolare, prima di mettere mano al portafogli.

Quando prendersi cura dell’ascensore?

La normativa vigente in fatto di manutenzione periodica dell’ascensore, comunque, vuole almeno un intervento per semestre. Come minimo, dunque, un impianto di elevazione, sia esso interno o esterno, richiederebbe due interventi di manutenzione ordinaria all’anno. Sottolineiamo, in questo paragrafo, quanto sia importante curare la funzionalità dell’impianto come gesto di attenzione verso gli altri, specie nei condomini e nelle strutture ospedaliere.

Comunque sia, la frequenza effettiva con cui manutenere un impianto di elevazione riguarda principalmente le sue stesse condizioni e le caratteristiche tecniche, oltre all’usura dei componenti e al numero di corse che esso compie durante il giorno da quando ha cominciato ad essere utilizzato. Per quanto riguarda la manutenzione preventiva, invece, essa non presenta alcuna legge che ne stabilisca la cadenza, dipendendo prettamente dal caso specifico.

In linea generale, comunque, in materia di ascensori, è il manutentore stesso a fornire, al momento dell’installazione, delle linee guida utili per far fronte alle operazioni di manutenzione degli impianti. Ovviamente, col passare del tempo queste cambieranno, quindi sarà sempre opportuno consultare un esperto di settore, al fine di comprendere a pieno le esigenze e lo stato di funzionamento del proprio ascensore condominiale o dell’impianto di elevazione presente in un edificio adibito al lavoro.

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Vive meglio chi ha un’auto di proprietà o chi la noleggia?

Nel corso degli ultimi anni si parla sempre più di frequente della possibilità di puntare su delle alternative rispetto all’acquisto di un’auto. Ebbene, quella che si sta facendo più strada è senz’altro rappresentata dal noleggio a lungo termine. L’affitto delle auto vi permette di optare per un veicolo di classe superiore. Prendiamo, ad esempio, le offerte di noleggio a lungo termine BMW o altri marchi famosi: cerchiamo ora di confrontare gli aspetti più convenienti per il nlt e l’acquisto di una vettura.

Cosa è più conveniente

Il primo aspetto di cui tener conto per effettuare il raffronto tra queste due soluzioni per chi va alla ricerca di una nuova vettura è senz’altro rappresentato dall’arco di tempo in cui si vuole disporre di una certa auto.

Ad esempio, ci sono persone che vogliono mettersi alla guida di modelli sempre innovativi e di recente produzione, sostituendoli con le nuove generazioni molto di frequente. Ebbene, in questi casi, c’è un’altra soluzione che si affianca all’acquisto di un’auto e può rivelarsi una mossa estremamente conveniente, ovvero il noleggio a lungo termine.

La stipula di un simile contratto, infatti, prevede una durata minima pari a 24 oppure 36 mesi. Se l’intenzione fosse quella di scegliere una certa vettura per tale durata e poi, eventualmente, puntare su un modello completamente differente, anche magari per delle esigenze familiari differenti, è chiaro che conviene pensare molto seriamente al noleggio a lungo termine.

Il costo della vettura

Qualora il periodo di impiego dell’auto dovesse estendersi, è chiaro che la soluzione da prediligere dovrebbe essere l’acquisto, dato che permette un migliore ammortamento dell’investimento iniziale. È necessario mettere in evidenza come il raffronto tra queste due opzioni passa inevitabilmente anche dall’analisi delle modalità di spesa. Tutti coloro che puntano sul noleggio a lungo termine devono sopportare il pagamento di un canone mensile. All’interno di tale somma sono comprese varie voci che, invece, con l’acquisto dovrebbero essere valutate in maniera differenziata. Ad esempio, all’interno del canone sono presenti spese come quella relativa all’assicurazione, piuttosto che alle attività di manutenzione ordinarie e straordinarie, come ad esempio il cambio tra gomme invernali e gomme estive. Rimane esclusa dal canone mensile la spesa per la benzina o il carburante necessario all’auto scelta.

Quando scegliere l’acquisto di un’auto

L’investimento legato all’acquisto di un’auto è una mossa vantaggiosa quando si ha la necessità di avere a disposizione una vettura il prima possibile, avendo una completa disponibilità. Tutti coloro che prendono la decisione di comprare un’auto, infatti, spesso e volentieri hanno intenzione di usarla per tanti anni. Sia la manutenzione che l’assicurazione rc auto sono delle incombenze che dovranno essere gestite chiaramente in totale autonomia da parte di chi è proprietario. D’altro canto, l’uso della vettura non dovrà sottostare ad alcun contratto di noleggio con una specifica società. Infine, l’auto si può vendere come e quando si vuole.

Quando scegliere il noleggio auto a lungo termine

In gran parte dei casi, la soluzione rappresentata dal noleggio a lungo termine viene sfruttata da parte di imprese e lavoratori dotati di partita Iva. Il motivo è spesso legato a convenienza dal punto di vista fiscale, con la possibilità di avvantaggiarsi delle relative detrazioni. D’altro canto, con il passare degli anni, la formula del noleggio a lungo termine si è notevolmente diffusa anche tra gli utenti privati che sono abituati a sostituire la propria vettura molto di frequente.

Tra i principali vantaggi legati a una simile soluzione troviamo senz’altro la possibilità di pianificare un po’ tutti i costi. Infatti, il canone mensile è fisso e certo, mentre si possono trovare pure delle offerte e promozioni per cui non serve versare nessuna somma alla stregua di anticipo. È chiaro che, in quest’ultimo caso, si dovrà sostenere il pagamento di una rata mensile dall’importo lievemente maggiore, per compensare proprio il fatto di non aver versato alcuna somma a titolo di anticipo.

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Come ottenere un prestito personale quando non si ha una busta paga

Il carovita è un problema di stringente attualità per milioni di italiani, attanagliati da un’inflazione come non si vedeva da almeno quarant’anni a questa parte. Intere generazioni, in buona sostanza, sono cresciute senza avere a che fare con un problema, come l’aumento generalizzato dei costi (ivi compresi quelli relativi ai beni di prima necessità), che è in grado di cambiare radicalmente la vita quotidiana di ogni singolo consumatore.

In questi momenti, dove il potere d’acquisto si erode significativamente, è certamente importante rivedere le proprie spese, anche se talvolta, purtroppo, non è risolutivo nel fronteggiare un problema come l’inflazione al 10%. Un ottimo supporto, in questi casi, lo offre il mondo del credito al consumo, con soluzioni interessanti per reperire la liquidità necessaria per far fronte alle spese quotidiane.

Il mondo del credito si evolve: anche chi non percepisce reddito può chiedere un prestito

Col passare del tempo, il settore ha ampliato la propria capacità di offerta, riuscendo a soddisfare le esigenze anche di quei consumatori che, loro malgrado, non avevano modo di ottenere un finanziamento sino a qualche tempo fa. Una soluzione che ha preso piede negli ultimi anni, estremamente utile per quei soggetti con segnalazioni negative in CRIF o bollettino dei protesti, è quella della Cessione del Quinto dello stipendio o della pensione, che consente di poter trattenere la rata direttamente in busta paga anziché in conto corrente.

Questa soluzione, di fatto, bypassa il rischio credito che la finanziaria si deve assumere nei confronti del creditore, in quanto è il datore di lavoro a garantire il buon esito del pagamento delle rate trattenendo le stesse direttamente dallo stipendio del dipendente. Per ottenere questa tipologia di finanziamento, però, è necessario risultare lavoratori dipendenti, ovvero percepire un reddito continuativo e disporre di un contratto a tempo indeterminato.

Un’opzione, quindi, che non può essere sfruttata da partite IVA, studenti, casalinghe e disoccupati, categorie che hanno avuto, storicamente, grandi difficoltà nell’ottenere un finanziamento. Spesso richiedere un prestito personale senza poter presentare una busta paga non è semplice, ma neanche impossibile.

L’evoluzione del mondo del credito, infatti, consente di ottenere finanziamenti mirati anche per le summenzionate categorie, grazie ad una particolare tipologia di finanziamenti denominati, per l’appunto, “prestiti senza busta paga”, ideale punto di approdo per tutti quei consumatori che, complice un mercato del lavoro sempre più complesso, faticano ad ottenere liquidità per finanziare l’acquisto di beni e servizi o, molto più semplicemente, far fronte ad imprevisti di importo non particolarmente elevato.

Prestiti senza busta paga: a chi si rivolgono?

I documenti da presentare, in assenza del percepimento di una busta paga, sono un documento d’identità in corso di validità, il codice fiscale/tesserino sanitario e l’ultima dichiarazione dei redditi laddove se ne fosse in possesso. La via più celere per ottenere un prestito senza busta paga è rappresentata, senza alcun dubbio, dalla grande rete telematica, dove alcune finanziarie sono in grado di fornire una risposta nell’arco di poco tempo, talvolta in 48 ore.

Non c’è alcun dubbio come alcuni elementi possano incidere, positivamente, sul buon esito della richiesta inoltrata. Ad esempio, una casalinga separata può far leva sull’assegno di mantenimento per ottenere un piccolo prestito, riuscendo ad ottenere quella liquidità in molti casi a dir poco salvifica per far fronte a piccoli imprevisti (come, a titolo esemplificativo, la riparazione dell’autoveicolo).

Nel caso in cui l’importo non fosse di piccolo cabotaggio, la finanziaria potrebbe chiedere che il finanziamento venga supportato dalla presenza di garanzie reali o di firma: le prime sono relativi ai pegni (su beni mobili o liquidità) e ipoteche (su beni immobili), mentre le seconde fanno riferimento a fideiussioni di soggetti terzi (che dovranno rispondere col proprio patrimonio qualora il richiedente non sia in grado di far fronte ai propri impegni).

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Come evitare i danni allo schermo dello smartphone

Come evitare che lo schermo dello Smartphone si rompa? Proprio la rottura dello schermo rappresenta uno dei danni più frequenti in assoluto, uno dei motivi che porta più spesso a doversi rivolgere a un centro di assistenza. D’altronde, se il danno è pesante l’utilizzo dello smartphone risulta impossibile. Non va molto meglio se il danno è lieve: in quel caso si rischiano brutte figure e di trasmettere una sensazione di trascuratezza.

La questione riguarda tutti i brand e tutte le aree geografiche. Il rischio di dover spendere denaro per riparare smartphone Huawei Palermo piuttosto che uno smartphone Samsung in qualsiasi altra città è piuttosto elevato.

Anche in questo caso, prevenire è meglio che curare. Dunque, è lecito chiedersi se esistono degli accorgimenti per ridurre al minimo le probabilità di andare incontro a una rottura dello schermo. La buona notizia è che tali accorgimenti non solo esistono, ma sono anche facili da adottare. Ne parliamo qua.

Schermo dello smartphone, una componente delicata

Il timore che lo schermo dello smartphone si rompa è più che giustificato. Infatti, da un lato si tratta di una componente fondamentale, e che difatti consente l’utilizzo del dispositivo. Dall’altro, invece, è anche una delle componenti più fragili, di conseguenza soggetta a rotture. Basta infatti una caduta, nemmeno da altezze elevate, per ritrovarsi – se va bene – con uno schermo pieno di crepe e che comunque può creare disagio. Nella peggiore delle ipotesi poi, lo schermo è così danneggiato da impedire una visione chiara e che consenta un utilizzo efficace del dispositivo.

Prima di trattare gli accorgimenti veri e propri, e tra le altre cose sono di natura prettamente “tecnica”, è bene riflettere su una cattiva abitudine che molti possessori di smartphone reiterano.

Stiamo parlando della tendenza a tenere lo smartphone in mano anche quando non lo si sta utilizzando. In questo caso, le probabilità che il dispositivo cada per terra aumentano, con tutto ciò che ne consegue. La situazione si complica ulteriormente quando si pratica attività fisica: molti sono soliti correre mentre stringono il telefonino, per l’occasione “convertito” a cronometro o a lettore musicale.

Come evitare la rottura dello schermo

Dunque, quali sono questi accorgimenti che aiutano a prevenire la rottura dello schermo? Ecco i più efficaci.

  • Usare una custodia. Le custodie consentono di limitare i danni con sufficiente efficacia. Il riferimento è ovviamente alle custodie a libro, che purtroppo vengono spesso snobbate in quanto giudicate demodè. in realtà, la custodia attutisce le cadute ed evitano danni importanti. Il consiglio è di prediligere le custodie in cuoio, che sono le più resistenti e protettive.
  • Applicare una pellicola. Anche le pellicole rappresentano una risorsa fondamentale per prevenire danni allo schermo. Ovviamente, fanno ben poco per attutire le cadute ma proteggono il monitor dai graffi. Esistono varie tipologie di pellicole, quelle più utilizzate sono realizzate in silicone, che coniuga una certa efficacia con un impatto esteriore piuttosto basso.
  • Evitare i bagni di sole. Questo è un accorgimento che ben pochi seguono. È necessario evitare le lunghe esposizioni al sole, soprattutto d’estate, in quanto il calore viene assorbito dallo schermo, il quale ne esce pesantemente indebolito, e quindi maggiormente soggetto a danni.

No al fai da te

Dunque, prevenire è meglio che curare, soprattutto quando gli accorgimenti sono facili da adottare, come in questo caso. Ma cosa fare se il danno è stato fatto? Il consiglio è di evitare il fai da te. Anche qualora il danno si configurasse come lieve, è sempre meglio rivolgersi a un centro assistenza. Le riparazioni sono attività di natura specialistica, e non basta certo un tutorial, per quanto ben realizzato, a sopperire competenze ed esperienza. Anzi, il rischio, se si procede in totale autonomia, è di peggiorare la situazione e quindi di spendere più denaro di quanto non si sarebbe speso rivolgendosi a personale specializzato.